Da L’Espresso, di Mauro Munafò – Aveva detto che si sarebbe impegnato perché certe trasmissioni non si ripetessero più ed è stato di parola. Se le ultime elezioni amministrative si sono rivelate un disastro, per B. e soci la colpa di tutto sono stati alcuni programmi televisivi, con capofila Annozero di Michele Santoro. «Ho tutte le tv contro tranne Mediaset, una straordinaria tenaglia dei media, tutta la stampa e i giornali», dichiarava Berlusconi il primo giugno scorso. «La Rai ha messo in campo dieci trasmissioni che non si sono fermate durante i ballottaggi. Ho visto dei servizi micidiali, uno di Annozero me lo hanno fatto vedere in cassetta: è chiaro che chi non avesse equilibrio critico vedendo quel servizio non avrebbe mai potuto votare per noi a Milano». A pochi giorni da quell’editto, Michele Santoro e la Rai hanno rescisso i contratti e certi “servizi micidiali” non andranno più in onda nella tv pubblica ma, forse, su La7.

Ma addossare le colpe del fallimento alle urne su un programma in tv, e farne cacciare il conduttore, può davvero aiutare Berlusconi? ‘L’Espresso’ lo ha chiesto a Luigi Crespi e Maurizio Pessato, sondaggisti tra i più noti e attenti alle vicende della politica e delle comunicazione politica italiana. «Pensare che Santoro da solo sia capace di far perdere le elezioni amministrative è poco più che una scusa», dice Luigi Crespi. «Di sicuro è un innovatore e un professionista televisivo fantastico che sa mobilitare e animare il pubblico, ma da qui a far perdere delle elezioni ce ne passa».

Sulla stessa linea di pensiero anche Maurizio Pessato, amministratore delegato della società di rilevazioni Swg: «Non ha senso dire che Santoro ha fatto perdere le elezioni amministrative, anche perché Annozero era seguito in gran parte da un pubblico di centrosinistra che in quel programma trovava un rinforzo delle proprie opinioni già maturate».

Anche da questa operazione, la figura di Berlusconi ne esce danneggiata e il suo tocco magico definitivamente perso. «Berlusconi è diventato il contrario di Re Mida: tutto quello che tocca adesso lo incasina», dice Crespi. «Quella sparata contro Santoro di qualche giorno fa è stata una minchiata, e adesso si ritrova con l’etichetta di averlo cacciato lui dalla Rai».

Un’etichetta fin troppo generosa secondo Crespi, visto che Santoro aveva già espresso la volontà di cambiare rete. «Il giornalista aveva dichiarato da tempo di voler fare altro e si trovava da anni in un’azienda che non collaborava con lui: se Berlusconi non avesse lanciato proclami ed editti la cosa si sarebbe chiusa semplicemente. Invece Berlusconi è intervenuto in maniera maldestra, come anche Masi, è tutta la vicenda si è rivelata più dannosa per lui che per Santoro. Di sicuro non è stato un gesto di forza, ma di debolezza».

Se per Crespi dietro questi proclami c’è poca strategia e molto caos comunicativo, di opinione diversa è invece Pessato, per cui si tratta di una linea coerente portata avanti almeno da alcuni anni. «Berlusconi continua a perseguire la sua logica di controllo dei media e mostra che può avere in mano tutti i mezzi che vuole», spiega Pessato. «Porta avanti una linea coerente, che può non essere condivisa, ma che di sicuro lui ritiene vincente. Da alcuni anni a questa parte Berlusconi continua con la logica dello scontro».

Dalle recenti amministrative, soprattutto a Milano, sembrerebbe che lo scontro non porti poi così bene però. «Ma Berlusconi reagisce così. E’ convinto che se non avesse alimentato lo scontro sarebbe finita anche peggio e il risultato sarebbe stato peggiore», continua Pessato. «Questa linea del confronto continuo, senza nessun appianamento, è la strada che ha scelto di portare avanti».

Una strategia comunicativa che si sta rivelando dannosa per il centrodestra, forse non a caso: «La campagna in stile muoia Sansone e tutti i filistei forse non fa gli interessi della coalizione, ma serve a Berlusconi anche per difendersi dagli attacchi che potrebbero arrivare dall’interno dello schieramento», conclude Pessato.