10 Ottobre 2012
L’ARRESTO DI MIO FRATELLO AMBROGIO CRESPI E’ UN COLOSSALE ERRORE
Questa mattina intorno alle 5 hanno arrestato mio fratello Ambrogio. Poco fa le carte non erano ancora disponibili alle cancellerie, benché pare che girino già tra i giornalisti. Inoltre, nelle poche parole dedicate a lui nella conferenza stampa tenuta dagli inquirenti alle 11, Ambrogio è stato definito “noto sondaggista” e si sa che mio fratello non ha mai fatto sondaggi in vita sua, quindi non vorrei che avessero sbagliato persona!
E’ da quando è nato mio fratello che io vivo in simbiosi con lui, un’intesa perfetta, professionale e umana, che non ha mai avuto interruzioni.
Mio fratello è nato in un quartiere disperato, Baggio nella periferia di Milano. Si è sempre ritenuto fortunato ed ha sempre ritenuto giusto aiutare chi in quel quartiere cercava alternative ai soldi facili e alla criminalità e lo ha fatto aiutando persone, dando posti di lavoro, mettendosi a disposizione e sempre nella direzione della rettitudine e del ravvedimento, non si è mai negato a telefono a nessuno. E questo lo possono testimoniare decine di persone del suo vecchio quartiere.
Le accuse sono di associazione esterna con la ‘ndrangheta, voto di scambio, corruzione, in un periodo nel quale io e mio fratello lavoravamo già a Roma, dove ci siamo trasferiti da qualche anno, e in una campagna elettorale, quella lombarda, in cui non fummo impegnati professionalmente con nessuno.
Questi 2500 voti, che comunque non sono oggettivamente nella disponibilità di mio fratello, sarebbero andati a persone che non abbiamo memoria di aver mai incontrato e con cui comunque non abbiamo mai avuto rapporti.
Oggi mio fratello è stato arrestato per essere colluso con quello che in fondo ha sempre combattuto, in silenzio, con il suo esempio, dimostrando che anche un ragazzo di Baggio può avere fortuna nella vita.
Io non entro nelle questioni processuali, sono talmente sicuro dell’innocenza di mio fratello e del fatto che non si possano trovare prove alle cose che non sono avvenute.
Affronto serenamente, stando al fianco della moglie di Ambrogio e di suo figlio di pochi mesi, questo che io reputo essere quantomeno un equivoco, un errore, una decisione affrettata.
E mi auguro che i giudici, i pubblici ministeri e le autorità preposte possano presto, prestissimo, restituire a mio fratello quello che oggi gli è stato tolto.