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di Massimiliano Lenzi – “Sulla possibilità di fare le riforme in questa legislatura sono stato e sono più ?ducioso”. Lo stato dell’arte, nel cammino verso le riforme istituzionali, si riassume in queste parole pronunciate ieri dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Le diplomazie politiche, del resto, si stanno muovendo: D’Alema ha aperto, i dalemiani hanno ribadito, Violante ha sottolineato l’importanza di un confronto schietto, magari a partire dalla sua bozza.

Nel Pdl, poi, Fini già a novembre, nei dialoghi di Asolo con D’Alema, aveva detto sì al dialogo e Fabrizio Cicchitto, ieri, ha dato credito politico alla bozza Violante.

Gianni Letta c’è e lavora, anche se si fa vedere poco. Qualcosa si muove, dunque, e  “Il Clandestino” ha deciso di riassumere un “abeceda?rio del dialogo”, dalla A alla Z:

A come Assemblea Costituente. Di?cile si faccia.

B come Be?Bè. Acronimo di Berlusconi, capo del Governo, e di Bersani, leader dell’opposizione. Due consonanti indispensabili per riforme condivise.

C come Costituzione. L’ha cambiata il centrosinistra sul federalismo, ha provato a cambiarla il centrodestra prima che il referendum bocciasse i cambiamenti. Perché non cambiarla insieme?

D come D’Alema. Protagonista della Bicamerale, nel secolo scorso, torna in campo da protagonista.

E come “E che sia la volta buona?”. F come Fini. Il Presidente della Camera potrebbe giocare un ruolo chiave nel confronto sulle riforme istituzionali.

G come giustizia. Forse il nodo più di?cile da superare sulla strada del dialogo tra maggioranza e opposizione.

H come “Ho perso il treno”.

I come inciucio. Ogni volta che si dialoga, in Italia spunta fuori. Che noia!

L come Letta Gianni. Basta la parola.

M come millenovecentoquarantotto, data di entrata in vigore della nostra Costituzione. Son passati 61 anni.

N come Napolitano, il Presidente di tutti gli italiani.

O come Onna. Lì, quest’anno, Berlusconi, ha pronunciato il discorso del 25 aprile, giorno della Liberazione, riscuotendo consensi bipartisan.

P come Parlamento. Dalle mosse di questi giorni, il luogo dove si giocherà la partita riformista nei prossimi mesi (Bicamerale e Costituente sembrano scartate).

Q come Quinta Repubblica. Pardon, quella è roba francese.

R come Repubblica. La I è andata con Tangentopoli e la II non è mai cominciata veramente.

S come Senza rancore. E’ questa una buona partenza di discussione, per guardare avanti.

T come Tremonti. Giulio è per il dialogo e lo dice.

U come Udc. Casini non potrà certo dire no ad un confronto sulle riforme.

V come Violante. La sua bozza potrebbe essere il punto e la sintesi di un’intesa bipartisan.

Z come Zagarolo, città della parodia di “Ultimo tango a Parigi”, con Franco Franchi che imita Marlon Brando. Per consolarsi, dovesse andar male il dialogo pure tavolta.