13 Luglio 2015
LA TRAGEDIA GRECA FINISCE IN FARSA
Alexis Tsipras alza la testa, mette in discussione i trattati, la politica dell’austerità che tutti reputano la cura peggiore del male, il pretesto con il quale la Germania ha gettato le basi per un dominio che ha portato solo vantaggi a se stessa mettendo in ginocchio tutta l’Europa e i suoi popoli.
Alexis Tsipras ha sbattuto i pugni sul tavolo e ha detto no. Ha chiamato il popolo a votare per esprimere la loro democratica idea di futuro.
Oggi, ha firmato un accordo in cui ha piegato la testa agli strozzini, ai cravattari e ai loro sodali.
Viene riaffermato così violentemente il dominio dei tecno-burocrati delle banche.
Una Europa meschina, vile che non cambia, e addirittura spezza le reni a chi prova ad alzare la testa.
Alexis Tsipras non è un leader, esce da questa vicenda con il suo popolo massacrato, con i trattati europei non modificati di un rigo, e l’austerità come un dio teutonico a cui nessuno riesce a ribellarsi.
Alexis Tsipras fa la figura di chi ha cercato con un bluff di non pagare il conto. Un furbastro maldestro che pensava di ricattare i più potenti e che è finito schiacciato sotto se stesso e le paure che lo hanno dominato.
Santificato, portato ad esempio, ora è solo una figura patetica senza futuro, senza popolo, altro che il nuovo Leonida.