Dal mio blog su HuffingtonPost – Se c’è un posto dimenticato da Dio e dagli uomini, è il Somaliland. Uno Stato clandestino nel Corno d’Africa, devastato dalla siccità che in cinque anni lo ha trasformato in un sudario, e se c’è un posto dove Piazza Pulita poteva iniziare la stagione 2018 era quello. Ci vuole coraggio ad aprire in prima serata con i “negri”, rompendo una narrativa che ha dominato l’estate in cui la lotta agli immigrati è stata il più grande foraggio elettorale del “governo del cambiamento”.

Il reportage asciutto, crudo, senza fronzoli, capace di lasciare senza fiato, sovverte in modo oggettivo chi ostinatamente vuole separare i migranti economici dai profughi di guerra o chi si nasconde dietro la retorica dell’ “aiutiamoli a casa loro” perché lì a casa loro in Somaliland, di aiuti non ce ne sono, se non qualche “famigerata” Ong.

Non è la guerra, ma la fame e la disperazione a falciare un’intera generazione di africani, ed è l’elite quella che arriva sulle nostre coste con i barconi dei trafficanti di carne umana. La povertà, la disperazione, la morte, la denutrizione lenta, così lenta da mangiarti l’anima, cancella tutte le banalizzazioni.

Dopo i venti minuti del reportage di Formigli, le cose non stavano più al posto di prima. Il racconto cambia, le gerarchie si modificano, senza pietà e senza pietismi: non c’è alcuna ricerca ed ostentazione dell’orrore, e il reportage incede con rispetto e pudore, consegnando a noi tutti, seduti sui nostri divani, un senso di inadeguatezza assoluta. Inadeguatezza che abbiamo dovuto riscontrare anche nello studio di Formigli dove trionfano le opinioni e non le domande.

Il reportage di Somaliland apre ad alcune domande: perché è successo? perchè succede? perchè nessuno fa niente? perchè esiste una così grande differenza tra gli esseri umani di fronte alla tragedia della morte? Risposte non ne arrivano perchè gli stessi ospiti di Formigli sembrano interessati ad altro e una tale tragedia appare irrilevante, generando un effetto stridente, un contrasto così evidente che c’è da compiacersi che una scelta così coraggiosa, così divergente possa avere ottenuto un risultato importante, vincendo la sfida degli ascolti.

Piazza Pulita si conferma ostinatamente essere qualcosa di più di un programma televisivo giornalistico, un baluardo contro la cultura dominante, sempre contro, romantico, rivoluzionario e antico.