gianni

Giovanni mi ha postato una risposta interessante e suggestiva al mio post del 9 luglio, AMBIENTE E CLIMA LA TRAGEDIA DEI GRANDI AL G8 che vi ripropongo integralmente

“Ninetta mia crepare di maggio ci vuole tanto troppo coraggio Ninetta bella dritto all’inferno avrei preferito andarci in inverno”
Sono i versi più toccanti della “guerra di Piero” , la nota canzone di Fabrizio De Andrè, diventata per le generazioni sessantottine un autentico inno contro la guerra.

Mi è venuta in mente quel caldo e luminoso pomeriggio in cui degli amici mi hanno invitato a incontrare alcune persone della comunità di San Filippo del Mela per farmi rendere conto di un triste fenomeno che da sempre sta sotto i nostri occhi, ma che noi non abbiamo mai guardato con la giusta attenzione. In una strada di qualche centinaio di metri, Via Roma, dove vivono 170 persone, si sono verificati 20 casi di tumore di cui 15 hanno già avuto esito mortale. Lo raccontano un gruppetto di persone riunite nella sede di un’Associazione culturale, c’è anche un medico tra di loro.

Non ci sono toni esasperati, non ci sono lacrime, ma non c’è neanche rassegnazione. E’ come se dopo anni di letargo, di dubbi, di “non ci posso credere”, ora la popolazione locale comincia a stabilire un preciso rapporto di causa ed effetto tra le emanazioni di sostanze nocive provenienti dalle ciminiere della zona industriale e la loro salute.

E più si parla e più vengono fuori particolari toccanti, sconcertanti, raccapriccianti: sullo stesso pianerottolo di una palazzina due casi, una signora deceduta ed un giovane cui hanno asportato un rene. Nella vicina via Firenze una signora, cui hanno asportato l’utero, denuncia il fatto che pulisce il terrazzino di casa ed il giorno dopo lo trova ricoperto dalla classica polvere nera. Con buona pace quindi delle dichiarazioni ufficiali che parlano di riduzioni significative e di abbattimenti sostanziali dei livelli di inquinamento. Ci sono dei controllo pubblici, degli Enti abilitati alla certificazione dei dati?

La Edipower è inquinatore e controllore allo stesso tempo ed il fatto che, come riportato nello scorso numero di centonove, abbia installato filtri di seconda mano per le ciminiere o utilizzato sostanze sbiancanti per camuffare il colore dei fumi, non la rende certo credibile per certificare in maniera unilaterale la nocività delle proprie emissioni.

Un agente di viaggi ci dice che il 90% dei biglietti che stacca sono per persone che vanno al nord (Milano centro tumori e in parte a Pisa in un Istituto specializzato per alcune patologie) e a Milano si ritrovano con tanti altri provenienti dalla Valle del Mela. L’epicentro è a San Filippo, ma il fenomeno è diffuso nell’intera vallata. Il Sindaco è costernato, ci fa vedere carte, numeri, statistiche, precedenti, lettere che ha scritto.

Ma siamo sicuri che, se interrogati singolarmente, i sindaci dei diversi comuni, i sindacalisti, i politici, i giornalisti, i responsabili sanitari, i dirigenti della Edipower, i funzionari della Regione, tutti, nessuno escluso, avranno dei pezzi di carta da mostrare che dimostreranno la loro assoluta mancanza di responsabilità. Ma dall’altro lato ci sono i morti, tanti morti, ed i malati, tanti malati, destinati ad aumentare per due motivi: il male si manifesta dopo diversi anni dal momento in cui viene contratta “l’infezione” e, fino a quando non verrà sostituito il combustibile oleoso con il metano, la centrale sarà sempre una sorgente di inquinamento. E allora, cara Ninetta, in questa guerra mai dichiarata della Valle del Mela si muore di Maggio, ma anche di Giugno e di Luglio, con questo sole, con questo mare, aspettando che una Gabanelli o un Santoro scoprano questa realtà e che, per quelli che non ci sono più, possa venire un nuovo De Andrè per consacrare la loro storia in una ballata che li riscatti dal silenzio in cui hanno vissuto gli anni della sofferenza e della morte. Giovanni Frazzica