capezzone alla camera

Il dibattito in Forza Italia aveva raggiunto un livello di tossicità insopportabile che si è manifestato sui quotidiani attraverso quelli che in gergo si chiamano retroscena. Spesso, i retroscena anticipano le verità e mettono in evidenza quello che magari i protagonisti non vogliono dire direttamente. Ma in questo caso trovo una costante differenza tra ciò che viene detto dai protagonisti e quello che, invece, registrano i retroscena. E’ chiaro che questo conflitto non può resistere per molto, mentre c’è in corso un dibattito in cui si gioca obiettivamente il futuro non solo di Forza Italia, ma di tutto il centrodestra.

A partire dal libro che ho già recensito di Daniele Capezzone, “Per la rivincita” vi è stato un cambio di tendenza. Il dibattito ha perso la sua centralità emotiva, la chiave della contrapposizione personale, per trovarsi catapultato su contenuti interessanti. Ieri alla Camera ho assistito a una discussione tra Renato Brunetta, lo stesso Daniele Capezzone, Simone Baldelli e Maurizio Gasparri, attenta e che ha mostrato vitalità su cui erano in pochi a scommettere.

Il merito di Capezzone è stato sicuramente quello di spostare l’attenzione. Lo ha fatto anche Raffaele Fitto con il suo Oltre le divisioni Tour, ieri in Confindustria a Napoli per parlare di fondi europei, e oggi in Confesercenti a Bari. Lo ha fatto questa mattina in una interessante intervista, Francesca Pascale. Un’intervista tutta politica, non dobbiamo meravigliarci, perché prima di diventare compagna di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, era consigliere provinciale proprio a Napoli. Nell’intervista pone al centro – partendo dalla sua esperienza personale – la questione dei diritti civili e delle libertà personali, superando di schianto il partito confessionale che qualche tempo fa sembrava aver preso il sopravvento in Forza Italia chiedendo che sia proprio FI a farsi protagonista di una iniziativa, mi auguro in tempi brevi, sulle unioni civili.

Sarebbe clamoroso se questo aspetto di civiltà che l’Italia ancora non ha, potesse arrivare grazie al contributo del centrodestra, lasciando al centrosinistra solo un’idea astratta di modernità pervaso così com’è in questa fase da divisioni e lotte di potere che rischiano di mettere seriamente in difficoltà lo stesso Renzi.

Poi Raffaele Fitto porta a casa un risultato estremamente importante. Ormai mi sembra che tutto il partito abbia accettato l’idea di primarie. Di quelle primarie di coalizione, quindi esterne al movimento, che servono per determinare i sindaci, i presidenti di Regione e tutte quelle sono le cariche pubbliche. Questo mi sembra un passo in avanti estremamente interessante.

Non è ancora chiaro il perimetro delle alleanze di centrodestra, uno scenario tutto ancora da definire non solo nelle regole, ma anche nei programmi. Resta forte la divisione su come riorganizzare Forza Italia. Certo è un problema del partito, ma lo scouting di Berlusconi, come del resto i club, sembrano opzioni tramontate. La questione è ormai delimitata tra i congressi, le primarie o un mix tra le due cose. E comunque mi pare superata dalla storia l’idea che in taluni ruoli si possa arrivare senza legittimazione e senza coinvolgimento.

Sarà difficile per qualcuno dimostrare che lo strumento utile per scegliere un sindaco o un presidente di regione non sia utile o idoneo per scegliere anche le cariche di un partito.

È inutile girarci intorno: la questione nodale è quella del ruolo che il leader carismatico di questo partito deve avere rispetto al futuro. Oltre poi alla questione del ricambio della classe dirigente. Ma questo è affare loro.

Quello che dobbiamo registrare è che, guardando complessivamente il panorama, da una parte c’è il centrosinistra lacerato e diviso tra il nuovo che avanza e il vecchio che resiste, che porta il proprio conflitto nelle aule del Parlamento e un centrodestra che, in fondo, al netto dei retroscena discute con ragionevolezza e civiltà del proprio futuro. Certo favorito dal fatto che non è al governo.

Di fatto, oggi, dobbiamo aggiungere sicuramente al proscenio dei protagonisti del centrodestra anche la Pascale che dopo questa intervista chiederà assolutamente un ruolo da protagonista.