AMBROGIO HA SCRITTO QUELLO CHE CONDIVIDO E VI RIPROPONGO A FUTURA MEMORIA
06 mag. – di Ambrogio Crespi – Quindi tutto qui? Uno scandalo che ha tappezzato le prime pagine dei giornali italiani rappresentando Francesco Storace come il capo di una cricca di criminali, si è trasformato e sono cadute le accuse di associazione a delinquere e spionaggio diventando un caso di intrusione informatica, tra l’altro un’intrusione che non è stata perpetrata da Storace ma di cui sarebbe il mandate. Dico sarebbe perchè non pare, dagli elementi di cui disponiamo, esserci prove in questa direzione.
Francesco Storace l’ha presa male si aspettava un’assoluzione, lo capisco gli innocenti vanno assolti. E fino al terzo grado la partita non è chiusa, Storace deve
insistere non deve nè cedere nè mollare e continuare la sua battaglia che non è solo personale ma politica e che coinvolge tutta la sua comunità. Altro che dimissioni e voglia di mollare!
Il Laziogate si è rivelato una montatura, ma ha dato il via ad un calvario che è iniziato proprio con le sue dimissioni da ministro della salute per poi continuare in un percorso tortuoso e doloroso che deve trovare un unico sbocco; la giustizia che comunque non restituirà mai quello che a Storace è stato tolto.
Quello che ieri mi ha indignato e fatto profondamente vergognare è stata la reazione di Alessandra Mussolini che ha mostrato soddisfazione per la condanna, benchè la sentenza smontasse la stragrande maggioranza delle panzane che lei ha detto in questi anni. Si è mostrata dispiaciuta solo del fatto che Storace non farà un solo giorno di galera, pensate la cattiveria e la ferocia di questa donna membro del partito dell’amore che come una iena si è avventata per colpire e umiliare un avversario.

E se in appello Storace dovesse essere scagionato completamente? Dove metteremo le parole indegne che la Mussolini ha consegnato alle agenzie? Arroganza, rancore e cattiveria sono la cifra della nostra politica oggi, riti tribali e cannibalistici che feriscono la coscienza collettiva, ma d’altronde tutto fa audience e tutto fa spettacolo e il registro della Mussolini risponde sempre meno alle responsabilità della politica e sempre di più alle logiche di uno show business senza morale e senza anima.