Intervento a Omnibus del 5 marzo 2011. Il taglio giudiziario della vicenda Berlusconi è poco interessante, nonostante abbia indubbiamente un suo valore. Quello che è interessante è capire come l’opinione pubblica reagisce a tutta la vicenda; in questa fase, per quel che riguarda il Bunga Bunga, è piu’ orientata a credere che si tratti di orge e questo produce un danno. Quando Berlusconi si appella alla libertà di comportamento in casa propria e poi nella sua azione politica impedisce che due persone dello stesso sesso possano avere un’unione di fatto, ecco che si crea una contraddizione che implode nel rapporto con l’opinione pubblica. In sintesi non si capisce quale sia la posiazione che assume il premier e questo genera confusione nell’elettorato di centro destra che sarebbe orientato a credere a Berlusconi, ma è lui stesso a dire cose diverse.

Stiamo parlando di una situazione che è già passata, la vera partita riguarda il modo in cui si chiudera’ la parabola politica di Berlusconi. Cosa accadrà dopo? Quanto sta pesando la rete? Come si costruisce l’opinione pubblica e quanto contano i media? Cerchiamo di guardare quale paese consegneremo ai nostri figli e quali sono le influenze di tutta questa situazione: bisogna guardare oltre. Anche la problematica della riforma della Giustizia è un’emergenza non percepita dall’opinione pubblica; il Parlamento dovrebbe puntare a garantire tempi certi sulle controversie; a strutturare un sistema che dia un contributo al problema legato alla prospettiva del lavoro. Anche occupandosi di giustizia si deve comunque pensare in funzione del lavoro e della costruzione di una prospettiva.