numeri_02

Che noia questo inizio d’anno! Berlusconi può pensare ad una grande manifestazione in piazza San Giovanni a Roma, godendo di un consenso che è imparagonabile a quello degli altri leader mondiali. Come pubblicato dal nostro quotidiano nei giorni scorsi, infatti, Zapatero, Sarkozy, Brown sono in ambasce. Persino Obama è in difficoltà in vista delle elezioni di medio termine del Congresso americano, previste per quest’anno. Tutti annaspano, non Silvio. Lui ha grattacapi solo da Fini, Napolitano e magistrati. Ma gli italiani gli danno molte soddisfazioni. La freschissima rilevazione di Crespi Ricerche, effettuata su un campione di mille persone, lo accredita di un 62%.

Stabile rispetto alla percentuale della settimana scorsa ma al massimo raggiunto da giugno. Va bene anche il governo: più un per cento tondo tondo. Le iniziative di Gelmini e Maroni, la rinnovata promessa di riforme – in testa giustizia e fisco – hanno premiato l’esecutivo e i partiti di governo. Il PDL riprende a crescere. Sopite le liti con il presidente della Camera – attaccato ormai soltanto dal Giornale – il partito del premier sfiora quota 40%. E i leghisti il 10%. Con Lombardo e Storace, la maggioranza c’è ed è assoluta.

Poco lo spazio per un’opposizione con le idee ancora confuse: nel Pd, certo, i mesi funesti della segreteria Franceschini sono alle spalle. Ora con Bersani c’è un’identità di partito più chiara e, nonostante una modesta flessione, il 29% è una certezza. Altrettanto certo è che gli italiani non si sono entusiasmati assistendo alle alleanze a macchia di leopardo di Casini e soci, in flessione di mezzo punto.

Stabili invece al 6% gli estremisti dipietristi lontani dai fasti del 9%, quando il leader Idv cannibalizzava un Pd in gestione al sostituto di Veltroni.

I radicali vedono un incremento significativo per le loro abituali percentuali (+0,3%), evidentemente da mettere in relazione con la candidatura di Bonino alla presidenza della Regione Lazio. Quanto ai comunisti… oddio, sono spariti! La corazzata Potemkin di Ferrero e Diliberto è all’1,2%. Così come Sinistra e Libertà.

Quanto durerà ancora questa agonia? Gli italiani vorrebbero un’opposizione migliore, più convincente. Bersani – che è persona seria, consapevole della difficoltà della stagione che è chiamato a governare – secondo il sondaggio risulta leader indiscusso dell’opposizione.

Ma di un’opposizione che è minoranza estrema nel Paese e che, anziché migliorare, regredisce. Prova ne sia che in una settimana cala dal 34 al 33%. Mancano due mesi e mezzo alla chiamata alle urne ed è ora che il PD batta un colpo. – Il Clandestino