Matteo renzi e Silvio BerlusconiLe polemiche per l’incontro tra Berlusconi e Renzi qualificano chi le ha fatte. Soprattutto per i toni usati. Da una parte Alfano irride Forza Italia perché costretta a “festeggiare” la visita al Nazareno, cercando di mettere in mostra quel “quid” che fino ad oggi, francamente nessuno ha avuto modo di notare. Sul fronte opposto c’è l’indignazione di chi reputa che l’incontro abbia ridato ossigeno a Berlusconi, rilegittimando un leader condannato e decaduto.

Si tratta di posizioni surreali. E francamente, nella situazione attuale, sono sintomo di schemi vecchi, superati e incapaci di interpretare un bisogno di cambiamento ormai esasperato.

angelino alfanoLa vera questione, invece, è capire i motivi reali per cui si sono incontrati i leader delle due principali forze politiche italiane. Se l’incontro partorirà il topo deforme di un modello spagnolo “geneticamente modificato” o di un porcellum migliorato, il fallimento sarà tutto a carico di Matteo Renzi, che è investito del desiderio di cambiamento degli elettori italiani. Nessun cambiamento può evitare di affrontare l’obbligo di restituire centralità al rapporto tra eletti ed elettori. Riconsegnare, ancora una volta, la scelta degli eletti alle segreterie dei partiti sarebbe un errore capace di segnare e castrare le ambizioni di Renzi per sempre.

Certo, non c’è solo la riforma elettorale. Bisogna per esempio vedere come andranno a finire la riforma Titolo Quinto o la riforma del Senato, due operazioni che provano oggettivamente ad allungare la vita al governo Letta. La cui esistenza, sia detto incidentalmente, non è certo una delle principali aspirazioni dei cittadini italiani.

Sono curioso di vedere all’opera, insomma, questo bizzarro cocktail di gente nuova e vecchia, giovane e anziana. Fino a che punto saranno capaci di tirare una corda che sembra essere arrivata ben oltre il limite per spezzarsi?