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Venerdì a Sorrento ho presentato la sintesi dello studio sul Sud. Accolto con grande interesse da tutti i convenuti con cui si è aperto una discussione che ha coinvolto tutti da diversi punti di vista, Anche se i convenuti erano numerosi.La Sintesi dello studio presentato la mattina di giovedì si articola su un 4 domande estratte dall’ampio questionario che abbiamo sottoposto ad un campione di 2.000 relativo ad un universo di cittadini over 18 anni residente nelle 8 regioni del sud.

La prima domanda – Lei come cittadini del Sud ha fiducia ne futuro? – ha fornito un risultato a dir poco sconcertante, infatti 8 cittadini su 10 hanno risposto “no”. Il dato più alto di sfiducia nel futuro è riservato all’Abruzzo con l’82%, anche se non esistono particolari e significative variazioni da regione a regione. Questo dato ci consegna il profilo di un’opinione pubblica stremata non solo da aspetti pratici e formali ma anche di tipo emotivo.

La conferma interessante viene dalla seconda domanda – Secondo Lei qual è la cosa principale che manca al Sud per poter crescere e svilupparsi? – Il 75,6% dei cittadini del Mezzogiorno rispondono il lavoro, ma ben il 13% parla di una rappresentanza politica inadeguata, il 5% cita le infrastrutture e l’1,5% di imprenditori capaci. In Abruzzo il tema del lavoro pesa per il 62,2%, mentre il dato più alto è in Sardegna con il 77,8%. Il problema della rappresentanza politica è sentito più in Sicilia con il 15,6% e meno in Molise con il 10%. E’ evidente che senza una prospettiva di lavoro è difficile avere fiducia nel futuro.

All’interno di questo contesto che non abbiamo certo scoperto noi essere fortemente problematico, abbiamo verificato se gli intervistati conoscessero il partito del Sud e il 39,8% ha risposto affermativamente. Dato che sale al 51,1% in Sicilia, il dato più alto, e scende al 28,1% in Abruzzo, il dato più basso.

A coloro che hanno dichiarato di conoscere il Partito del Sud abbiamo chiesto se questo poteva rappresentare uno tra gli strumenti per ridare fiducia ai cittadini del sud e il 16,6% ha risposto positivamente, in Sicilia il 31,6% e in Abruzzo il 4,3%. Su questa domanda esistono variabili regionali molto forti anche se ci consente di stimare il bacino potenziale di questa opzione politica intorno all’8%.

A seguire abbiamo testato i nomi di alcuni leader politici che in qualche modo rappresentano meglio gli interessi del Sud: quasi la metà, il 49,8%, ha indicato nel brianzolo Silvio Berlusconi il tutore degli interessi del Sud, segue Gianfranco Fini con il 33,5%, un sorprendente Antonio Di Pietro con il 18,1%, poi Lombardo, Vendola, Miccichè e Stefania Prestigiacomo tra il 10 e il 12%. Molto distanti Dario Franceschini con l’8,8% e Pierferdinando Casini con il 6,3%.
E’ evidente che il sondaggio non distingue il confine tra partito, movimento, gruppo, ma delinea nel Mezzogiorno del nostro Paese uno stato di difficoltà permanente, una certa confusione distratta rispetto alle rappresentanze politiche, ma anche una forte istanza di cambiamento.

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