Il paese dei Guelfi e dei Ghibellini, il paese che si divise tra interventisti e pacifisti, interisti e milanisti, laziali e romanisti, Bartali e Coppi e più recentemente Prodi e Berlusconi, ora è pervaso da un’inquietudine che va oltre il duello tra tecnici e politici.

Emma o Belen?

Da una parte la cantante e dall’altra la spregiudicata soubrette. Sui social network le donne, quasi tutte, si schierano con la donna tradita – Emma – ma i maschietti tifano per l’ex fidanzata di Fabrizio Corona.

Tanta passione e partecipazione una profusione animata che non va sulle prime pagine dei giornali, ma che fa discutere tutti nei bar e nelle famiglie. La crisi economica, l’imu e il travaglio della Lega passano in secondo piano. Il duello tra le due protagoniste della nostra contemporaneità è passato in secondo piano solo per l’avvento di un nuovo duello, quello tra Fiorello e Grillo.

Grillo ne esce con le ossa rotte. Aveva detto che le tasse sono come la mafia; Fiorello gli ha risposto che si trattava di una cazzata e la rete gli si è girata contro. A Fiorello è riuscito quello che neanche Napolitano è riuscito a fare: ha ricondotto Grillo nell’ambito dell’avanspettacolo. Fiorello ha usato lo stesso linguaggio di Grillo, ma è più credibile di lui come uomo di spettacolo e fa ridere più di lui, senza sfregiare nessuno.

Fiorello è un modello espressivo nel quale gli italiani si identificano, e con una battuta è riuscito a sconfiggere l’antipolitica. Ora sarà lui a scendere in campo? Sarà lui a guidare il centrosinistra o il centrodesta o chiameranno lui alla guida di un nuovo schieramento di tecnici?

D’altronde se monti da “tecnico” chiama Bondi come tecnico del risanamento e Amato come tecnico dei partiti è evidente che Fiorello potrebbe essere nominato Ministro del buonumore, fondamentale stato d’animo, necessario ad affrontare il sarcofago in loden che con la sua sacerdotessa (Fornero) della SFIGA ha aggiunto un peso insopportabile al rigore rigoroso e ad un’equità annunciata.