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Vi ricordate qualche tempo fa quando essere ministro o comunque bazzicare intorno ai luoghi del potere ti consentiva di avere case lussuosissime in posizioni centralissime con affitti ridicoli?

Vi ricordate gli acquisti a mazzi fatti dai politici delle case dei vari enti previdenziali? Vi ricordate di “affittopoli”, un scandalo che ha colpito sia a destra che a sinistra? Immaginatevi il mio stupore quando ieri leggendo

Il Fatto Quotidiano mi sono trovato un articolo di Marco Lillo che citava una notizia clamorosa: un ministro della Repubblica Italiana, Mara Carfagna senza casa, sfrattata, si è comprata un appartamento e lo ha pagato con un mutuo, esattamente come farebbe un qualsiasi cittadino del nostro Paese.

Marco Lillo evidentemente non ha colto la straordinaria innovazione di questo gesto normale della Carfagna, ha aperto una discussione saturandola di dubbi e sospetti sul valore dell’immobile che secondo le sue valutazione varrebbe circa 300mila euro in più del prezzo di acquisto, cercando quindi di dimostrare che il padre del ministro, che ha comprato l’appartamento, si è macchiato della stessa colpa fiscale della quale si è macchiato il direttore di Repubblica, Ezio Mauro. Ho trovato questo approccio comico, grottesco, oggi sul Fatto, il giornalista racconta anche di un sopraluogo che ha fatto nella casa del ministro che abbiamo scoperto essere in fase di ristrutturazione.

Credo che questa uscita sparata in prima pagina metta in evidenza una difficoltà reale del quotidiano di Padellaro che non potendo disporre tutti i giorni per la prima pagina di indagini clamorose, è inevitabile che scenda un po’ di livello con il rischio, vincolati da questo format giustizialista, di cadere nel ridicolo. Meglio sarebbe che in caso di assenza di scandali titolassero: “Oggi va tutto bene!”.