fuego

Su Radio Radicale ho ascoltato il consiglio Nazionale socialista, un requiem. In scena la fine di una comunità politica esausta, massacrata e svuotata. E’ come un fuoco dipinto,  non da luce, nè calore ma solo ricordi dolorosi.

Nencini il segretario ha dovuto utilizzare banali giochini per evitare che “la fusione con Sinistra e Libertà” fosse passata al vaglio di un congresso come voleva giustamente Bobo Craxi, perché prima di mettersi al servizio di Vendola magari un dibattito doveva essere fatto, invece limitando “l’annessione” alle prossime amministrative, Nencini ha salvaguardato le quattro poltrone dell’apparato ed evitato il congresso.

Ma in realtà poco conta, questa dei socialisti è una comunità in via di estinzione in primis per responsabilità di un gruppo dirigente che è vissuto tra la volontà di sopravvivere e quella di fottersi vicenda.
Una comunità incapace di elaborare il lutto di un ingiustizia e di un fallimento, una comunità che non ha difeso i propri capi, ma si è fatta proteggere da chi tra loro ha tradito.

I Socialisti sono chiamati per loro natura a cambiare il mondo e tentare di renderlo più giusto, Zapatero e Obama sono socialisti e anche in Italia i socialisti da Buozzi a Craxi hanno contribuito a rendere più moderno il nostro Paese, ma non ha cambiarlo come avrebbero dovuto o potuto, al potere  non si sono distinti da gli altri. Ma gli altri sono sopravissuti, si sono trasformati, mimetizzati.

Non parlo dei D’Alema o dei Veltroni che nemmeno cambiando nome sono riusciti ad andare al governo del Paese quando in tutto il mondo i comunisti venivano seppelliti dalla storia.
Non parlo  manco dei moralizzatori del ’92 come Del Turco o golpista Di Pietro, parlo di quelli normali e per bene come Giuliano Amato vice di Bettino Craxi, il primo riconosciuto statista in virtù del fatto “che non poteva non sapere” morto in esilio. Ecco, una comunità che tollera cose come queste, che non si ribella e non prende a calci i suoi dirigenti, non merita di sopravvivere a se stessa.

Quindi che si fonda con Sinistra e Libertà, continui a tacere e lasci libero il campo dai morti sia quelli che respirano che quelli che purtoppo non respirano più.

E chi si sente socialista si rimetta insieme senza interesse, senza vendere o comprare nulla, si riparta dalla gente quella per strada o quella della rete, quasi come in clandestinità, lontani da calcoli ed interessi… sono un romantico, illuso, la politica è “sangue e merda” può darsi ma qui prima ancora dell’identità socialista c’è da salvare la dignità, è necessario tornare ad essere degni del rispetto e della fiducia della gente.

E’ per questo che dico al mio amico e compagno Bobo: è tempo di guardare avanti, è tempo di fare altro, i socialisti non vivono solo in politica o per la politica, il distacco, l’abbandono è il primo passo per un ritorno dignitoso e rispettoso alla propria identità.