be_be

Prima dell’intervento di Silvio Berlusconi al simposio internazionale del Partito Popolare Europeo il dialogo tra le forze politiche ed istituzionali del nostro paese sembrava ormai incardinarsi in modo naturale rendendo feconda questa fase storica così difficile e conflittuale e consegnando al futuro quelle riforme strutturali che necessitano all’Italia e agli italiani per poter vivere meglio nel Paese e competere sul piano internazionale. Invece il discorso di Berlusconi davanti ai leader democristiani europei ha rappresentato una “martellata” che ha ribaltato il tavolo.

Ciò che ha, bensì un calcolo preciso: cioè gli interlocutori, la consulta, Fini, il Presidente della Repubblica Napolitano e lo stesso Bersani improvvisamente non sono sembrati autonomi. Infatti, se volete cercare l’assassino del Be?Bè, non si deve andare né ad Arcore né altrove.

Colui che ha strangolato il dialogo è il Csm, il Consiglio Superiore della Magistratura, che, bocciando preventivamente la proposta di “processo breve”, ha di fatto sottratto quell’elemento di trattativa e determinato le condizioni per l’irrigidimento delle parti non consentendo a Berlusconi di ritirare la soluzione del processo breve e spostarsi sul “legittimo” impedimento come preambolo dell’apertura ad una riforma più ampia della giustizia italiana.

Riforma che i magistrati non vogliono che venga fatta e che soprattutto che venga fatta da Berlusconi.