PREAMBOLO Il chi se ne frega non è e non vuole essere, almeno in questo caso, un’espressione dispregiativa della perentoria affermazione di Berlusconi Sono al 70,2%, i miei sondaggi sono affidabili, semmai è mia intenzione voler contribuire al dibattito con elementi puramente tecnici per mettere in evidenza divergenze e convergenze.

euromedia180x105.jpgPersonalmente non ho intenzione di dimostrare che i sondaggi di Berlusconi fatti da Euromedia siano “doppati” o “truccati”.

Io stesso per sette anni ho fatto sondaggi per il Premier e dopo che ho deciso di interrompere la collaborazione, Alessandra Ghisleri che è stata per molti anni una mia allieva, ha riempito il vuoto, quindi lungi dal cadere in facili semplificazioni perché una volta che sappiamo che Euromedia, Alessandra Ghisleri fa i sondaggi che Berlusconi definisce suoi, abbiamo chiarito esattamente la funzione ed il ruolo.

Sondaggi a confronto Ottobre2008
Crespi Ricerche Digis Consortium (Piepoli) Euromedia IPR Mrk
Partito del Popolo
42,0 40,5 42,5 42,7
Partito Democratico 29,7 29,0 32,0 28,8
Fiducia nel Premier 62,0 51,0 70,0 62,0

Terminato il preambolo andiamo a vedere in cosa si sostanziano queste differenze analizzando tre parametri:

ANALISI COMPARATA DEI DATI
berlusconi_io_picc.jpg1) LA FIDUCIA IN BERLUSCONI: il dato sulla fiducia di un politico non è mai direttamente proporzionale al suo consenso elettorale. E’ un dato importante che misura la visibilità del personaggio politico, la qualità percepita di questa visibilità, ma anche la simpatia e la capacità di far passare il proprio pensiero, la propria elaborazione politica, le proprie proposte. Ad esempio, per anni tutti i sondaggi hanno registrato che la fiducia di Gianfranco Fini era costantemente più alta di 10/15 punti di quella di Berlusconi, poi quando si andava nelle urne andava bene se Alleanza Nazionale prendeva la metà dei voti di Forza Italia. Personaggi come Pannella o Sgarbi in alcune fasi della loro storia politica hanno sfiorato livelli di fiducia intorno al 50%, molto lontani dai loro risultati elettorali e potremmo andare avanti con questi esempi all’infinito, ma il concetto mi pare chiaro.
Se analizziamo i dati degli istituti degli ultimi mesi in termini di macro numeri in fondo il 70% di Euromedia non è molto diverso dal 62% dato da IPR e Crespi Ricerche ed in tutti e tre i casi le analisi fatte dagli istituti hanno attribuito al Premier un risultato puntato sui massimi valori espressi. Semmai l’anomalia è il dato di Piepoli che gli attribuisce solo il 51%. Quello che voglio dire è che tutti gli istituti esprimono il fatto che il Premier è al massimo del suo valore.
Non sappiamo però come sono calcolati questi indicatori: il 70% di Euromedia contiene o esclude gli indecisi, il non voto, il non dichiara che noi sappiamo essere attestato tra il 15 e il 20 per cento? Se questa quota fosse esclusa da quel 70 dovremmo attribuire al centrosinistra un residuo pari al 10 o 15 per cento, forse un po’ poco, oppure dovremmo sostenere che una parte di elettori di centrosinistra oggi ha fiducia in Berlusconi come sostiene sostanzialmente Euromedia ma solo il 42,7% lo vota, il resto che è poco meno della metà vota per altri partiti, non è impossibile, ma se fossi in Berlusconi mi preoccuperei perché non si tratta di un dato positivo, anzi….
pdl_01_picc.jpg2) INTENZIONI DI VOTO DEL POPOLO DELLA LIBERTA’: se escludiamo la questione della fiducia dove abbiamo visto che oggettivamente ci sono delle contraddizioni e analizziamo le quote elettorali ci rendiamo conto che questa grande differenza tra gli istituti non esiste: 3 istituti rappresentano il PDL con una differenza di uno 0,7%, in particolare Crespi Ricerche 42%, Consortium 42,5% ed Euromedia 42,7%, un po’ più distante Digis con il 40,5.
Bè una bella differenza con i 19 punti di delta massimo sulla fiducia, rispetto ai due delle intenzioni di voto, un quadro quindi assolutamente convergente che certifica una forte crescita rispetto alle politiche, ed è questo il dato che noi andremo a confrontare con quello che troveremo nelle urne ed è questo che rappresenta la quota di mercato elettorale di Berlusconi e del suo partito.
pd_03_picc.jpg3) INTENZIONI DI VOTO DEL PARTITO DEMOCRATICO: anche analizzando i dati del PD ci rendiamo conto che esiste una certa divergenza di informazioni che mette in evidenza qualche problema: Consortium di Piepoli attribuisce al PD il 32%, Euromedia il 28,8% non lontano da Digis con il 29% e leggermente più distaccato da Crespi Ricerche con il 29,7%.
Abbiamo quindi 3 istituti che danno un risultato sotto il 30% e la cui oscillazione è dello 0,9%, francamente tollerabile e quindi per la seconda volta dobbiamo rilevare che il dato anomalo e non convergente è quello di Piepoli che sta 3,2 punti sopra il dato di Euromedia.
A
luigi_crespi_picc.jpgCONSIDERAZIONI PERSONALI
Esaurita l’analisi tecnica, quello che voglio contestare a Berlusconi è l’utilizzo da rider dei dati: nell’ultimo mese a tempi cadenzati ha utilizzato i dati sulla fiducia come un borsino che scandiva la sua iniziativa politica, una volta cresceva dello 0,3, un’altra dello 0,5 e ancora dell’1% creando l’aspettativa per questo 70% e catalizzando l’attenzione dei media, così dopo il presidente operaio e il presidente spazzino ci siamo trovati di fronte per l’ennesima volta al presidente sondaggista.

In un’Italia in cui tutti gli indicatori segnano meno – borse, occupazione, produzione industriale, economia, ecc. dobbiamo costatare che c’è solo un dato che cresce, solo un’eccellenza che emerge, quella di Berlusconi. Mi auguro che questo dato possa trainare tutti gli altri indici del nostro Paese che a me francamente interessano di più.