Il Fatto Quotidiano, e non solo il Fatto, è pervaso da una furia iconoclasta, in quello che scrive traspare odio, rancore. 

Ogni volta che cita il mio nome aggiunge sistematicamente che sono stato condannato a sette anni in primo grado, che ho fatto il “Patto con gli italiani” e che sono l’ex sondaggista di Berlusconi.

Lo stesso trattamento, però, non è riservato, per esempio, a Beppe Grillo, condannato per omicidio colposo, oppure a Marco Travaglio, condannato e prescritto per aver diffamato Previti. Il curriculum è una cosa che riservano solo a me e francamente non ne capisco le ragioni.

Perché poi omettono che non faccio più sondaggi da molto tempo, omettono che dopo Berlusconi ho lavorato per leader socialisti, per l’Italia all’estero, per il partito di Fini e che nei dieci anni che mi separano dal contratto con gli italiani ho frequentato professionalmente tutto l’arco costituzionale.

Ma il mio curriculum per loro si ferma al 2001, come se non mi perdonassero di aver accompagnato professionalmente il successo dell’uomo che forse odiano più di tutti.

A questa interpretazione, a questo modo di rappresentare le cose, si aggiungono le bugie, le illazioni, le falsità.

L‘articolo di oggi firmato Fabrizio d’Esposito e Alessandro Ferrucci rappresenta l’apoteosi. In un pezzo in cui si rappresentano i costi degli uffici stampa ad un certo punto appare il mio nome, non si capisce a che titolo. Dopo la solita scheda informativa, si legge “per ogni “santone” che si rispetta, anche attorno a lui circola un enorme segreto: nessuno sa quanto percepisce per curare l’immagine personale dell’ex esponente di An. Le certezze sono due: ha vinto delle gare di appalto con società legate alla municipalità e sui siti web che gestisce direttamente campeggiano alcune belle pubblicità targate Spqr”.

Come posso rispondere a chi non fa domande? Come posso reagire contro chi confonde l’informazione con la diffamazione? In nessun altro modo se non consegnando questo articolo nelle mani di un avvocato per costringere questo giornale, che fa della legge, della giustizia e della pulizia, i suoi asset fondamentali ad applicarli a tutti e non solo a chi ritiene degli amici.