veltroni11

Walter Veltroni non si spaventa per i sondaggi che danno il Pd intorno al 26%. Lavora per ”una stagione riformista” in Italia, consapevole che ”ci vorra’ del tempo” ma subito sfida dall’opposizione il premier Silvio Berlusconi sulla crisi ”venga in tv per un faccia a faccia, e’ una proposta perche’ il Paese ha diritto a sapere”

SONDAGGIO CRESPI – NAPOLITANO SALE AL 58, IL PD SCENDE AL 26,3 – Aumenta il consenso per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sale anche quello per i ministri Roberto Maroni, Mariastella Gelmini e Umberto Bossi, mentre scende la popolarità di Maurizio Sacconi.

Lieve flessione per il Pdl, principale partito di maggioranza; arretra ancora il Partito democratico. Sono i risultati di un sondaggio condotto da Luigi Crespi e pubblicato sul sito Internet del clandestinoweb. “Il governo nel suo complesso – si legge sull’indagine – lascia sul terreno un punto percentuale, dal 54 al 53 per cento. Tra le cariche istituzionali tocca il massimo assoluto il capo dello Stato.

Il consenso in Giorgio Napolitano è pari al 58 per cento (+1). Perde un punto Renato Schifani (50), mentre il presidente della Camera Gianfranco Fini arretra al 54 dal precedente 56 per cento”. I ministri. In testa alla classifica dei ministri Roberto Maroni (stabile) raggiunge Renato Brunetta (in calo di un punto) al 55 per cento. In terza posizione balza Franco Frattini, più due per cento a quota 53. Al quarto posto si conferma Ignazio La Russa (fermo), in compagnia di Stefania Prestigiacomo (più due punti) al 52. Cede due punti percentuali e scivola al 51 Giulio Tremonti. Angelino Alfano è stabile al 50, raggiunto da Mariastella Gelmini (+2). Ferma al 48 per cento Giorgia Meloni.

Tracollo di Maurizio Sacconi, dal 50 di dicembre al 46 per cento di gennaio. Stabili al 45 per cento Sandro Bondi e Claudio Scajola. Balzo di quattro punti di Umberto Bossi (44). Sale anche Mara Carfagna al 43 per cento (+2). Perde un punto Altero Matteoli (40 per cento), stesso livello di Gianfranco Rotondi.

Fermo al 38 per cento Andrea Ronchi, raggiunto da Luca Zaia (+2). Cresce di un punto percentuale al 36 per cento Roberto Calderoli. Ultimi con il 35 per cento Elio Vito (-1) e Raffaele Fitto (-2).

Tra i partiti, il Popolo della libertà subisce una lieve flessione: dal 40 per cento di dicembre al 39,6. La Lega Nord si conferma molto tonica, anche se scende dall’11,5 all’11 per cento (quasi tre punti in più rispetto alle politiche). Cresce dall’1 all’1,3 per cento l’Mpa. Totale maggioranza 51,9, il mese scorso era il 52,5 per cento.

Il Partito democratico perde ancora terreno e tocca il punto più basso dall’agosto del 2008. A gennaio è al 26,3 per cento rispetto al 27,5 di dicembre. Netto il ribasso dell’Italia dei valori, scivolata al 6 per cento dal precedente 7,5. La Lista Pannella-Bonino ottiene l’1,6 nelle intenzioni di voto. In crescita dal 5 al 5,5 per cento l’Udc. Rifondazione Comunista arretra dal 2,5 al 2,2 per cento.

Il Pdci vale l’1,2 per cento rispetto all’1 di dicembre. Fermi allo 0,5 i Verdi. La Destra scivola all’1,8 per cento contro il 2 del mese scorso. Il Partito socialista è all’1,2 per cento (era all’1), mentre l’Udeur di Mastella si attesta allo 0,8. Gli altri, uno per cento.

FIDUCIA RECORD PER NAPOLITANO, IL PD NON SA SGANCIARSI – Unica carica istituzionale in ascesa di consensi, il capo dello Stato Giorgio Napolitano tocca il suo massimo assoluto collocandosi al 58 per cento – un punto in più rispetto all’ultima rilevazione. A riferirlo è l’Osservatorio politico di Crespi ricerche, che colloca sul secondo gradino del podio il premier Silvio Berlusconi, al suo minimo sebbene su cifre ragguardevoli (56 per cento, un punto in meno rispetto al precedente sondaggio), sul terzo il presidente della Camera Gianfranco Fini (54 per cento, in calo di due punti), in quarta posizione il presidente del Senato Renato Schifani (dal 51 al 50 per cento). L’exploit di Napolitano colpisce ancor di più se messo a confronto con la rilevazione di Crespi sulle forze politiche.

A emergere, in questo caso, è soprattutto la caduta del Pd, che – a fronte di una lieve flessione del Pdl, collocatosi al 39,6 per cento – scende al minimo di questa legislatura, quota 26,3 (a dicembre era al 27,5). In netto ribasso anche l’Italia dei valori – che cala dal 7 al 6,5 per cento. Dalla marcatura asfissiante dell’Idv nei confronti del Pd, nessuno dei due trae giovamento. Il pressing dei dipietristi costringe però i democrat sulla difensiva. Una dinamica più volte emersa in questa legislatura. Antonio Di Pietro e i suoi seguaci hanno talvolta messo nel mirino il capo dello Stato, contestando – in particolare su questioni attinenti alla giustizia – la collocazione super partes del Quirinale. Agli italiani, invece, lo stile e le scelte di Napolitano piacciono.

Ogni mese di più. Ma – forse anche per la zavorra rappresentata dal legame mai del tutto reciso con l’Idv – il Pd, dopo aver contribuito in modo determinante (attraverso i suoi soci fondatori) all’insediamento di un autorevole esponente del centrosinistra al Quirinale, non riesce a stare nella scia positiva di Napolitano.

EPOLIS-CRESPI RICERCHE: OSSERVATORIO GENNAIO, INTERVISTA A RADIO RADICALE

EPOLIS-CRESPI RICERCHE: GENNAIO GIU’ BERLUSCONI, FINI, DI PIETRO E IL PD. SU NAPOLITANO