L’OPINIONE: Intervista  Luigi Crespi di Francesco Blasilli

“Per Luigi Crespi, al contrario, definire la Lega la nuova Forza Italia è una cosa “abbastanza avventata, perché da un punto vista socio-demografico e culturale, il partito di Berlusconi non ha le stesse caratteristiche del Carroccio”. Geograficamente “Fi si concentra nelle grandi città, al sud e coinvolge un ceto medio-basso; la Lega, invece, è più da piccolo centro, al nord e per una popolazione di reddito medio-basso”.Secondo Crespi, però, la distanza è grande anche politicamente visto che, tra l’altro, “il partito di Berlusconi ha la parola ‘Italia’ nel nome, mentre la Lega agisce in tutt’altra direzione”. Insomma, per Crespi sono “due robe che non c’entrano nulla una con l’altro” e che non finiranno in conflitto elettorale, considerando “che già lo sono: competono sullo stesso territorio”.

Da seguire, sempre in chiave maggioranza, l’evoluzione del personaggio Galan, con il governatore del Veneto che in un’intervista a La Stampa si è lasciato andare a sperticate lodi nei confronti di Bossi e Calderoli. “Mi è sempre difficile seguirlo: ogni volta che pensi di aver capito tutto, lui ti stupisce. Si pensava avesse un problema con la Lega, ma evidentemente non è così”. La certezza, però, è che Galan “pone una questione seria: al nord la posizione di Fi è poco aggressiva, ancora non si sono ripresi dallo shock elettorale”. Il problema per il partito di Berlusconi, però, è che mentre “al centro-sud è una formazione compatta, al nord ci sono molte correnti e componenti, vedi Cl, e lo stesso Galan ha una sua componente”.

Di certo Forza Italia ha molte incognite, “perché se la risposta alla Lega è la Gelmini, con tutto il rispetto non so che dire, visto che la ministra non si è mai vista alla prova del voto e non sappiamo se lei ed altri leader azzurri sarebbero stati eletti”. C’è poi la questione di An a turbare i sonni, per lo più tranquilli, del centrodestra.

“La verità – sottolinea Crespi – è che ci sono due identità: da una parte Fini e dall’altra tutti gli altri. Gli argomenti che hanno portato alla scissione con Storace, mi sembra si stiano riproponendo. Fini si è legittimamente candidato alla successione di Berlusconi e per fare questo non può trascinarsi dietro un’immagine vecchia: deve eliminare quei passaggi che lo ostacolerebbero nell’ascesa al trono”. Al contrario, però, ci sono i La Russa, gli Alemanno e gli Storace che “con modalità differente vogliono preservare la loro storia politica”.

Il peggio deve comunque ancora venire, perché nel Pdl, secondo l’atto notarile, il rapporto sarà 70 Fi e 30 An. “Dunque, conclude Crespi, se tra gli uomini del Cavaliere su 100 ne restano a casa appena 30, la cosa si può fare; dall’altra parte, invece, lo scenario crea maggior tensione e conflitto, visto che saranno in tanti a rimanere fuori. Forse ci vuole un congresso per decidere chi rimane a” casa”.