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All’indomani delle elezioni in Sardegna e i conseguenti effetti della crisi del PD che hanno portato alle dimissioni di Walter Veltroni, riportano Silvio Berlusconi, la sua coalizione e il suo governo sui valori massimi ottenuti dalle politiche a oggi.

BERLUSCONI TORNA AD ESSERE IL PIU’AMATO
A gennaio avevamo assistito al sorpasso del Presidente della Repubblica che aveva staccato di due punti il Presidente del Consiglio, il leader più amato dalle elezioni politiche a oggi, ma a febbraio Giorgio Napolitano ha perso 3 punti attestandosi ad un pur ragguardevole 55%, mentre Silvio Berlusconi ne guadagna addirittura 5, e con il 61% di fiducia torna sui valori della luna di miele.
Per quanto concerne le altre cariche istituzionali, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini con il 55% raggiunge il Presidente della Repubblica, mentre il Presidente del Senato è in leggera flessione e si attesta al 48% (-2).
IL GOVERNO
Il Governo guadagna meno del Premier, ma con 2 punti in più ottiene un ottimo 55%.
MINISTRI
Tra i Ministri, rilevante è la performance di Renato Brunetta che guadagnando 3 punti e attestandosi al 58% diventa il secondo politico che ispira maggiore fiducia agli italiani. Bene anche Maroni al 56% e Ignazio La Russa al 52%, rispettivamente secondo e terzo nella classifica delle fiducia nei Ministri. Frattini e Tremonti sono in leggera flessione e si attestano con Maria Stella Gelmini, il ministro donna più amato del governo, al 50%. Alfano e Prestigiacomo sono al 49%, recuperano consensi Sacconi (+2) al 48% e Scajola al 47%. Carfagna e Meloni sono entrambe al 46%, ma con il Ministro delle Pari Opportunità che da settembre ad oggi è stata capace di recuperare 15 punti. Complessivamente su 21 Ministri 8 hanno fatto registrare il segno positivo, mentre solo 4 hanno fatto registrare il segno meno, gli altri 7 sono stabili.

INTENZIONI DI VOTO

Centrodestra:I risultati più clamorosi e per certi versi anche drammatici li riscontriamo nelle intenzioni di voto, dove con il 53,5% la coalizione di centrodestra ottiene il maggiore consenso dalle elezioni politiche ad oggi. Il PDL con il 42% raggiunge i suoi massimi storici, bene la Lega che si conferma al 10% e l’MPA sostanzialmente stabile all’1,5%.
Centosinista: Ma è proprio nel centrosinistra che misuriamo in modo pesantissimo l’effetto del combinato disposto delle elezioni sarde e delle vicende del PD. Infatti il partito, ora di Franceschini, si avvicina spaventosamente a quota 20%, ottenendo il 21,8%, perdendo quindi ben 4,5 punti, in parte avvantaggiando il partito di Antonio Di Pietro che ottiene l’8%. Di conseguenza è in crescita anche la Lista Pannella-Bonino che raggiunge il 2%. La coalizione teoricamente totalizza il 31,8%, ma tutta insieme non raggiunge il dato che il solo PD ha ottenuto alle politiche. La differenza tra i due schieramenti raggiunge il vertiginoso dato del 21,7%.
Gli altri: Bene l’UDC di Casini che raggiunge il suo massimo dopo le politiche con il 6,2%, benino anche Rifondazione Comunista con il 2,5%, al palo i Comunisti Italiani con l’1,2%, 0,8% ai Verdi e l’1,5% al Partito Socialista. Per chiudere La Destra di Francesco Storace attesta il suo dato al 2%.
CONSIDERAZIONI FINALI Credo che il mese di febbraio possa rappresentare il momento più difficile del Partito Democratico e di conseguenza i dati registrano un vero e proprio crollo, mi è difficile capire come questa situazione evolverà, anche perché il compito di Franceschini, erede di un progetto fallimentare, appare complesso, non vi è nessuna ragione al mondo per immaginare che Franceschini possa ottenere risultati migliori di quelli che a suo tempo aveva ottenuto Veltroni. Per quanto concerne le Europee lo sbarramento al 4% è sicuramente un bell’aiuto al PD che però affronta il rischio catastrofe nella poderosa tornata amministrativa.
Ultime due cose su Berlusconi che appare francamente imbattibile: grazie alla commistione tra i suoi meriti e la totale inadeguatezza degli avversari si è prodotta una miscela che lo ha riportato a essere “il re d’Italia”, ma una lettura approfondita dei dati mette in evidenza due piccole crepe nell’enorme muro del consenso berlusconiano: l’economia e quindi la speranza e la fiducia nel futuro sono incarnate dal ministro più potente di questo governo, Giulio Tremonti che pur mantenendosi a livelli alti nei sondaggi e sopra la soglia del 50%, ha un trend opaco che non è legato alla sua specifica attività ma alla congiuntura generale. Sui temi internazionali, Frattini invece paga una serie di ingenuità fatte nella gestione della sua immagine, ma è evidente che con Bush era più facile. Terzo elemento: non c’è nessuna ragione legata all’attività del Ministro Prestigiacomo che possa giustificare tre punti in meno in un mese, ma nel mercato globale dell’informazione della politica è possibile fare paragoni e qualcuno comincia a domandarsi se le scelte fatte dal governo americano non possano essere una risposta alla crisi economica e alle paure che essa genera. Però non vedo nessuno ad oggi capace di allargare queste crepe e non esiste nessun segnale di falla, anzi semmai il contrario, il muro del consenso berlusconiano appare sempre più spesso e sempre più alto…fino alle prossime elezioni.
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