Non è certo la sua retorica spesso pelosa, accompagnata da singhiozzi troppo frequenti, che lo rende umano e lo fa apparire fragile, dandogli le stesse caratteristiche che riconosciamo nei nostri vecchi. Non è certo per averci regalato una indecorosa parata quando la gente gli chiedeva di essere rispettata con un gesto che non fosse solo simbolico. Queste sono bazzecole rispetto alla parabola in cui ha consegnato il nostro Paese, imponendo una visione tutta sua e andando ben oltre le sue prerogative.

Alla fine del 2010, in seguito alla rottura di Gianfranco Fini con la maggioranza di Governo, Pierferdinando Casini presentò una mozione di sfiducia. Se si fosse votato il giorno dopo, in Parlamento avremmo assistito alla caduta politica del Governo Berlusconi e alla nascita di una nuova maggioranza e di un nuovo esecutivo oppure saremmo tornati al voto. Questo ci avrebbe consentito anche di utilizzare i tecnici ma nell’ambito di un governo politico, capace più della parodia della squadra di Monti di affrontare la crisi. Invece il presidente della Repubblica  ha dato 30 giorni a Berlusconi per poter riorganizzare la sua maggioranza. Da quella fase che nasce da Napolitano si apre la “stagione dei responsabili” che ha messo in luce i vari Scilipoti ed è quella fase uno dei momenti chiave che sanciscono la rottura tra le istituzioni e l’opinione pubblica.

La stessa fase ha consentito al Governo Berlusconi di resistere ad oltranza, proprio quando tra la gente aveva perso credibilità e prestigio. Il Governo italiano da quel momento non ha più esercitato reali funzioni e si è presentato delegittimato nella fase più difficile della crisi. Questa difficoltà ha aperto la strada al Governo Monti voluto da Napolitano, scelto e imposto solo da lui. I risultati dopo sei mesi sono quelli  sotto gli occhi di tutti: un governo che è riuscito a tagliare le pensioni, a portare la tassazione a livelli non accettabili, che non è riuscito a mettere una straccio di patrimoniale se non quella sulla casa di tutti.

Un governo che frigna per avere perso l’appoggio dei poteri forti e dei giornali e neanche si chiede perché. Un governo che non ha legittimazione popolare, che non ci ha salvato dal baratro ma lo ha solo spostato, senza idee, senza uomini credibili, senza qualità, senza alcuna capacita di dare speranza e senza alcuna visione del futuro. Ora torniamo alla democrazia, al voto, ridiamo voce ai cittadini e facciamolo subito. Non si capisce perchè il voto è possibile in tutta Europa e non in Italia.

Francia, Spagna e Grecia votano e scelgono. Noi, invece, dobbiamo avere una classe di gerocrati  che pensano ad un futuro che non gli appartiene. Si voti, caro Napolitano, ripristiniamo la legalità e diamo voce alla Costituzione. Prenda atto che insulsi tecnici hanno bisogno di quello di cui ha bisogno chiunque, che governi la legittimazione popolare. Non mi interessa oggi chi vince, se Grillo o la foto di Vasto. Vale di più l’interesse generale che non quello di una parte, quindi si voti ad ottobre,  rapidi e veloci, ma senza dimenticarsi di cambiare la legge elettorale altrimenti anche il voto sarà un esercizio per pochi e chiunque vincerà non avrà l’ indispensabile legittimazione popolare.