Non lo so se oggi è quel giorno, ma credo che non sarà tanto un giorno preciso, un istante determinato, ma si tratta di un pezzo tutti i giorni, un lungo momento che oggi sembra essere venuto.

Da una parte un’élite vorace e idiota, dall’altra parte un popolo sempre più avvilito e privato di ogni speranza proprio ora, nel momento in cui la crisi morale, gli scenari interni, si complicano, ora che questo Paese avrebbe bisogno di una guida illuminata, autorevole, capace di farci superare il guado.

Assistiamo a un suicidio di massa, collettivo, un rito tribale fatto di baccanali, di semplificazioni, di vendette, di tradimenti, delazioni. Io, che sono nato con la passione della politica e l’ho sempre ritenuta  l’arte di cambiare le cose, lo strumento per progettare il futuro, che ho sempre visto l’impegno in politica come un atto di civiltà, come il patto silenzioso con le nuove generazioni, oggi leggo quello che ho già letto ieri e l’altro ieri e che ancora leggerò e rimango attonito, senza parole, non capisco.

E’ come un evento, ma è un vero disastro, ma non per chi alternativamente viene colpito e finisce sotto la graticola del pubblico ludibrio, il disastro è per tutti! Riusciremo mai a ricostruire il tessuto morale di questo Paese, a ridarci dignità, a recuperare onore?

Non mi omologo a certi perbenisti o sanpietristi e neanche moralisti. Non uso il caso di Batman o le debolezze della Polverini o l’opacità di Lombardo. Non ne faccio un caso specifico, non mi riferisco ad un episodio, a una circostanza.

Qui siamo di fronte a un clima, un cambio di un paradigma, a un disastro, che riguarda tutti, nessuno escluso direttamente o indirettamente. E’ come il vento malefico del film “E venne il giorno”, una brezza dolce che non appare minacciosa ma che fa cadere le speranze e insieme ad esse gli uomini, uno dopo l’altro.

Da oggi è iniziato quel giorno.