Resto sempre affascinato nel vedere Casaleggio e  come riesce a creare giorno per giorno il mito di se stesso, negandosi e riuscendo a dominare persino un ingombrante Beppe Grillo. Ma pensare ad internet nella sua esclusiva applicazione di mass media è un limite.

Internet è molto di più: connessione, scambio, circolazione di merci, accesso al prodotto, conoscenza e ancora molto di più. La parte media è la più evidente, ma la specificità della rete è la relazione.

Allora Casaleggio ci spieghi che fine ha fatto ‘liquid feedback’ la piattaforma democratica partecipativa tanto sbandierata da Grillo e mutuata dai pirati europei. Ora, pensare che la comunicazione in rete sia fatta da un blog unidirezionale e dalla ripresa automatica sui social, è una visione da secolo scorso, eppure non troverete una correlazione ne’ sui social ne’ sullo stesso blog di Grillo.

Certo, non c’è dubbio che internet rappresenti il futuro e sia capace di mobilitare attenzione e di aggregare e veicolare idee, ma l’informazione in rete oggi soffre di un deficit di credibilità delle fonti e diventa difficile selezionare, tra le tante boiate, le cose vere.

La rete però si regola e seleziona e progressivamente cresce e aiuta a far crescere partecipazione, economia e opportunità; ma sostenere, come fa Casaleggio, che la TV ora sia uno strumento del potere è una delle tante affermazione apocalittiche con poco senso.

Oggi, gli italiani che hanno accesso alla rete sono 41 milioni e sono 13 milioni quelli che si connettono a internet e non tutti lo fanno per informarsi. Se pensate che il Tg5 di Clemente Mimun in estate ha contatti per 14 milioni e in inverno arriva a 20 milioni, vi renderete conto da soli che la realtà oggi come oggi è ancora altra cosa. Quando la televisione irruppe nella nostra vita erano tanti i Casaleggio che suonarono il de profundis della radio; poi Mc Luhan ci spiego’ che non era così e oggi la radio non solo esiste e persiste anche sul web, ma in Italia viene anche ascoltata tutti i giorni da più di 30 milioni di persone

La questione è che Casaleggio non studia e ha il naso solo sul blog di Grillo e chi parla e scrive di lui spesso riporta e riprende senza conoscere le cose. E tutto si perde in un gioco di specchi e di rappresentazioni che è assai più vicino al flusso delle mode che non a quello dei reali cambiamenti del costume e della storia.

D’altronde la vicenda grillina ha poche novità in sé: date un’occhiata al Gaber degli anni ’70 e vi troverete tante cose di questi giorni. Solo che Gaber non ha fatto un partito… Come a suo tempo Gianfranco Funari stesso non ritenne di andare avanti fino in fondo. In questo senso. Preferì, infatti, continuare a fare giornalismo e tv invece di ‘scendere in campo’.

La rete è conoscenza di chi agisce dentro di essa. Così come Grillo e Casaleggio sono un virus cui la rete con il tempo prenderà le misure: loro usano internet come fosse un canale televisivo con un palinsesto monotematico e con tanto di televendite.

La rete è una fenomeno mediatico, sociale ed economico rivoluzionario che sta cambiando non solo le nostre abitudini ma anche il nostro modo di pensare e di agire, ma nella vita reale, guai a chi pensa di parlare a nome di tutti e di sapere tutto.

Internet e’ ancora un campo aperto e inesplorato il cui orizzonte è ampio e lontano.