Ieri ero seduto vicino a Franco Bechis, durante la trasmissione Omnibus in onda su La7, e mentre era in corso la discussione è arrivato nello studio di Omnibus Cirino Pomicino. Il conduttore Andrea Molino, per la prima volta, si è trovato a gestire una vera invasione. Pomicino ha portato con sé la clamorosa notizia che Silvio Berlusconi si sarebbe dimesso da lì a poche ore. Intanto, in quella delicata giornata, lo spread toccava una cifra record e le borse aprivano in rosso. La notizia delle dimissioni, alle 10.30, ha trovato la conferma autorevole in un video di Giuliano Ferrara. Possiamo solo immaginare cosa sia accaduto da quel momento in poi: fiumi di indiscrezioni, chiacchiere, telefonate, una vera e propria tempesta.

Mentre era in corso questa bufera di voci, Bechis ha avuto l’idea di pubblicare l’audio di una telefonata personale con un alto dirigente del Pdl, che oggi sappiamo essere Guido Crosetto. Io penso che questa scelta sia incomprensibile, l’atto di rendere note conversazioni private tradisce i rapporti interpersonali, nega la riservatezza e non è giustificabile. Non è una novità che Crosetto sia critico nei confronti di Berlusconi, lo sappiamo tutti. Del resto nel giorno decisivo per il suo futuro politico e per quello del Paese il premier che fa?

Va a consigliarsi a Milano dai suoi figli. Un comportamento che la dice lunga sulle sue priorità. Un leader politico in quel delicato momento avrebbe cercato di confrontarsi con la sua maggioranza ma, invece, Berlusconi ha pensato bene di incontrarsi con i vertici delle sue aziende, segno che nello scegliere se continuare a fare il presidente del Consiglio o meno influisce la tutela prioritaria dei suoi interessi. Considerato ciò non possiamo che comprendere le critiche e i dubbi di Crosetto e anche il modo in cui li ha espressi.