Chi mi segue e mi legge sa che il modello comunicativo di Macron non mi è mai piaciuto. Capace di cogliere le difficoltà altrui ha saputo produrre valore per differenza. Il cambiamento ha resistenze naturali, da tutti annunciato e auspicato è un ostacolo perché non arriva attrezzato ad un appuntamento con la storia e rimane schiacciato dalle aspettative generate. È così la marcia di Macron si è fermata.

E chi perde 10 punti in un mese difficilmente riuscirà a recuperare nel breve termine.

Dovrebbe avere la capacità di cambiare e non credo che Macron abbia gli strumenti per poterlo fare. Troppo compiaciuto, troppo centrato su se stesso, circondato da un clan fedele ma non qualificato.

Insomma, più vado avanti e più risuona dentro la mia testa il nome di Matteo Renzi.

D’altronde è stato lo stesso Renzi a creare uno stretto legame politico ed emotivo con Macron. Suggestioni, ansia e mancanza di profondità e conoscenza delle conseguenze la comunicazione come propaganda diventa sterile genera un successo effimero che si brucia velocemente ma non produce valore e sull’onda di un emotività da clan cerbero il consenso si dissolve senza che i “‘marciatori” capiscano perché

Ecco i dati pubblicati dal SecoloXXI – “Crolla la popolarità del presidente francese Emmanuel Macron: meno 10 punti in un mese, dal 64 al 54%, secondo un sondaggio Ifop per il Journal du Dimanche (Jdd).

In tre mesi, Macron perde l’8%. Quando è stato eletto a maggio il consenso era al 62%, per poi crescere al 64% il mese successivo. Solo Jacques Chirac aveva fatto peggio nel 1995 secondo il Jdd.

Nicolas Sarkozy, eletto nel maggio 2007 con una inedita popolarità pari al 65%, aveva vissuto uno stato di grazia durato tutto l’anno e nell’agosto i consensi erano cresciuti al 66%. Il predecessore di Macron, François Hollande, aveva iniziato al 61%, per poi scendere al 59% al mese successivo e al 56% il mese seguente.

In passato Charles de Gaulle aveva perso 5 punti in tre mesi (dal 61 al 56%), e François Mitterrand, dopo la prima elezione il 10 maggio del 1981, aveva perso 7 punti in tre mesi (dal 54 al 47%).

Il meno popolare dei presidenti della Quinta Repubblica francese rimane Valery Giscard d’Estaing, giunto al potere con un indice di popolarità inferiore al 50%. Un mese dopo, a giugno del 1974 solo il 44% dei francesi era soddisfatto del suo operato.

Il caso Chirac, infine. Un percorso da montagne russe secondo il Jdd: perde 20 punti in tre mesi alla sua elezione nel 1995 (dal 59 al 39%), ma rieletto nel 2002 con una popolarità del 51%, la vede crescere al 53% due mesi dopo.
(Il secolo XXI)