Ha imposto tagli e tasse, ha messo in ginocchio l’Europa con politiche di rigore quando, in recessione, necessitava di ben altre strategie. Lei e il “Napoleone mancato” hanno preso a calci tutti e tutto, spazzato via la Grecia trasformando gli errori ellenici in una tragedia. Tutto questo come se lei fosse padrona dell’Europa intera e come se il prezzo della ricostruzione del dopoguerra, come il costo della riunificazione, non fosse stato assorbito anche da noi visto che siamo i terzi finanziatori dell’Europa. Risultato: mentre in America del nord e del sud si cresce, come del resto in Asia, l’Europa è sprofondata in una crisi senza prospettiva.

Una moneta unica senza una banca centrale, un’economia globale senza la possibilità per i paesi sovrani di toccare qualsiasi leva economica, vincolati come sono da logiche di bilancio la cui utilità si è mostrata tutt’altro che utile per la comunità. Utile solo per la Germania dove, in assenza di una banca e di una strategia, ha governato lei con arroganza.

Tutta questa arrogante follia monetaria e finanziaria della micidiale “casalinga con gli stivali” era spiegata, soprattutto nel fronte interno, dalla pressione dell’opinione pubblica che non voleva pagare errori altrui e che spingeva per politiche di restrizione e rigore, ma domenica abbiamo assistito a un crollo elettorale molto significativo: un crollo senza appello. I tedeschi hanno capito prima della Merkel che un’Europa lastricata di croci non è conveniente soprattutto per la stessa Germania. Ora la Merkel cambierà indirizzo? Non so, ma sarò più tranquillo quando i tedeschi cambieranno cancelliere.