NUMERI

Governerà anche male questo governo, come dice di Pietro. E sarà anche guidato da un signore colluso con la mafia, come dice Ciancimino. Ma con buona pace di oppositori e denigratori l’esecutivo sembra ormai stabilizzato al 54% di fiducia e il premier appare, dopo tre rilevazioni al 61%, immarcescibile. Mentre nelle aule di tribunale vanno in scena deposizioni al calor bianco, il Capo del governo inaugura la sede dell’Università del pensiero liberale. Come dire: dite quello che volete, io mica mi fermo!

E a giudicare dall’andamento altalenante dei suoi avversari c’è da credergli. La fiducia nell’opposizione è calata in un mese dal 34 al 32 per cento e Bersani, che in una settimana ha guadagnato un punto, naviga nelle stesse acque, due per cento in meno in un mese.

I CAPIGRUPPO Leader di consensi Maurizio Gasparri, confermato al 36%. Alle sue spalle Italo Bocchino, in crescita di un punto. Buono anche il piazzamento della medaglia d’oro Dario Franceschini: 32% e un incremento significativo per lui. Al 31% il vecchio colonnello berlusconiano Fabrizio Cicchitto seguito dal docente universitario prestato a palazzo Madama, Gaetano Quagliariello (29%). Stabili il capigruppo dipietrista alla Camera Donadi e l’Udc Luca Volontè.

Bene, infine Felice Belisario (Idv) e Gianpiero D’Alia con un incremento di un punto per cento a testa.

I MINISTRI – Chi la dura la vince. E Scajola e Sacconi schizzano avanti di tre punti grazie all’impegno sulle vicende economiche, con particolare riferimento alla Fiat. Diverso il caso di Stefania Prestigiacomo, più defilata e meno alla ribalta, il ministro dell’Ambiente paga la scelta di un’azione discreta. Chi spiazza tutti è invece ancora lui, Renato. Il ministro non è per nulla stato danneggiato dall’annuncio di candidatura a sindaco di Venezia. Apprezzamento per il sobrio Guardasigilli del governo Berlusconi.

Alfano ha la fiducia di un italiano su due, mica male con tutta questa bufera sulla giustizia!

Tra le performance significative c’è quella di Gianfranco Rotondi, premiato dopo le esternazioni volte a sollecitare un cambio di rotta del Pdl.

LE CARICHE ISTITUZIONALI – Perde colpi l’asse Fini?Napolitano. Un segno dei tempi? Il Clandestino

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