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Giù Berlusconi, di poco, e giù il governo, di molto. In ripresa l’opposizione ma non il suo leader, Bersani. Calo del Pdl a vantaggio della Lega e rafforzamento del Pd a scapito di tutti i partiti dell’opposizione. Il monitor settimanale attivato dall’istituto Crespi per il Clandestino presenta un quadro chiaro: l’effetto Bertolaso ha prodotto danni nell’area della maggioranza. Il premier, come sempre, risulta scalfito in modo marginale, con un calo di un punto percentuale. Ben diversa lo stato di salute dell’esecutivo, che perde tre punti.

Quanto alle intenzioni di voto per le forze politiche è sempre la stessa storia: i rapporti tra maggioranza e opposizione non cambiano. Tra Pdl e Pd ci sono sempre all’incirca 9 punti e mentre il principale partito di maggioranza perde consensi a scapito della Lega, il Pd li guadagna risucchiando i voti degli alleati.

È evidente che questo andazzo non produce alcun risultato pratico in vista delle Regionali, almeno per quanto riguarda chi vincerà o perderà le singole regioni.

Questo riposizionamento dell’elettorato però, se confermato, potrebbe avere effetti pesanti e durevoli all’indomani delle elezioni, da una parte rilanciando la posizione del Partito democratico come soggetto guida della minoranza, dall’altro segnando un ulteriore di rafforzamento del partito di Bossi sull’indirizzo del governo e nel governo delle regioni settentrionali.

Non a caso il Pdl cerca di correre ai ripari come può. Il coordinatore provinciale Romano La Russa aveva già annunciato l’organizzazione di una fiaccolata in piazzale Loreto «per manifestare solidarietà ai negozianti e ai cittadini di via Padova che ormai sono ostaggio degli immigrati».

L’iniziativa del Pdl – preoccupato di una “Opa?amica” da parte della Lega – è stata così improvvisa da non essere neppure preannunciata alla Questura. La manifestazione del Pdl ha prodotto reazioni vivaci nella sinistra.

Il pidista milanese Giuseppe Civati, dalle colonne del suo blog, ha ironizzato: «Ma è una manifestazione contro il governo, quella di domani? O contro il sindaco? Perché se è così ci vado anch’io. Tra l’altro – annota l’esponente Pd – mi permetto di correggere il segretario nazionale (Bersani, ndr): non è vero che sia “fallita la politica d’integrazione e di sicurezza”.

In via Padova, non c’era né l’integrazione, né la sicurezza. Né la politica. Anzi – accusa Civati – la mancata integrazione e l’assenza di politica servivano e servono a creare maggiore insicurezza, che poi serve, a sua volta, per avere un alibi per non promuovere l’integrazione e serve per alimentare altre campagne politiche dello stesso segno. Così funzionano le cose, a Milano, da vent’anni».

Lo scontro politico si fa sempre più rovente. – Il Clandestino

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