Gli esiti di questo sondaggio non mi consolano affatto, né credo che l’azione politica della Lega sia da ascrivere al folklore propagandistico. Credo, invece che la Lega abbia nel profondo del suo animo una reale aspirazione che tenda a dividere e spezzare il nostro paese.

Le ampolle, le battute sulla Nazionale, gli attacchi all’inno nazionale parlano e solleticano proprio quest’anima profonda leghista che Bossi e i suoi cercano di tenere sotto controllo.

Il disagio della Lega è forte perché in una condizione di crisi economica, e non solo economica come l’attuale, se si trovasse all’opposizione potrebbe tentare non tanto l’avventura secessionista, ma di sfondare elettoralmente in termini di consenso nei propri territori di riferimento.

L’humus della Lega è di lotta non di governo. È un partito di protesta e di antagonismo, a prescindere dai buoni ministri e amministratori di cui può disporre. Rimane pur sempre un partito-contro. Questa è la sua vocazione. Questa è la sua intima essenza!

È soltanto attraverso il linguaggio della contrapposizione che riesce a definire al meglio la propria identità e quindi ad espandere il proprio consenso.

Oggi, con il federalismo tremontiano poco convincente all’interno delle dinamiche di una maggioranza nella quale prevale solo il rapporto con Berlusconi, la Lega fa fatica a spiegare ai propri militanti che cosa ci stia a fare a Roma.

Allora ecco spiegate le sparate di questi giorni. Sparate direttamente proporzionali alle crescenti difficoltà del Carroccio. Ma sono sparate che agli italiani non piacciono, che ancor meno piacciono agli elettori del Centrodestra, e che soprattutto non convincono gli elettori della Lega, ma che sortiscono un effetto consolatorio e autoreferenziale: riscaldano i cuori dei militanti che animano il prato di Pontida.

IL SONDAGGIO – Generazione Italia