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Ma se Berlusconi gode – sondaggio alla mano – di ottima salute, deve rilevarsi una novità sul fronte dei partiti: il partito del presidente del Consiglio cala di un punto e quasi di un punto cresce la Lega Nord.

Non appare azzardato ipotizzare un travaso di voti interno alla coalizione di centro destra, solo che secondo questa rilevazione i leghisti dovrebbero aver infranto per la prima volta dal 1996 la soglia psicologica delle due cifre, attestandosi su un ragguardevole 10,5% che fa ben sperare Bossi per l’esito del voto nelle regioni settentrionali. Se il PDL ha i suoi grattacapi, il PD non ha motivi di gioire.

La politica dell’opposizione, come dimostrano tutti gli indicatori, non entusiasma gli italiani. Tutt’altro. E se il partito di Bersani cede quasi un punto, ad avvantaggiar? sene non sono né l’Udc né l’Idv ma… i Radicali!

Già, la lista Pannella Bonino sfiora il 3% e guida la lista dei “piccoli” che crescono: Sinistra e Libertà, Comunisti e Alleanza per l’Italia sembrano essere i principali beneficiari dalla crisi del PD dopo le fughe dei cattolici e il duro colpo rappresentato dalla vittoria di Nichi Vendola.

Ma ad agitare la politica sono anche le dichiarazioni del presidente della Conferenza episcopale italiana. Il cardinal Bagnasco, ha un «sogno»: quello di veder nascere in Italia una nuova generazione di politici cattolici. Lo ha detto lui stesso aprendo a Roma i lavori del Consiglio permanente della Cei, confessando ai vescovi italiani «un sogno, di quelli che si fanno ad occhi aperti e dicono una direzione verso cui preme andare».

«Mentre incoraggiamo i cattolici impegnati in politica ad essere sempre coerenti con la fede che include ed eleva ogni istanza e valore veramente umani, vorrei ? ha spiegato ? che questa stagione contribuisse a far sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente dentro ad essa, sentono la cosa pubblica come importante e alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti».

Insomma, il numero uno dei vescovi italiani ha suonato il campanello d’allarme alla politica. La Chiesa – insegnava Paolo VI – è esperta in Umanità. Chissà se i «politici cattolici» d’oggi se ne ricordano. Il Clandestino

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