Di Biagio Marzo – Le ferie estive servono alla maggioranza per riorganizzarsi sul piano interno e per una messa a punto dell’agenda governativa, invece, l’opposizione per darsi una politica, un programma e una leadership.
Un bel daffare per Berlusconi e Bersani; per entrambi la calda estate sara’ breve per i numerosi nodi che dovranno sciogliere.

Il Capo del governo dovra’ sciogliere, in una maniera o nell’altra, la querelle con il Presidente della camera che sta durando troppo tempo, con il conseguente logoramento del Pdl e del governo. Insomma, i due o trovano una pax o ciascuno andra’ per la sua strada. Nel caso che questi fuoriuscisse dal Pdl, la sua nuova formazione oscillerebbe tra il 10,0% e il 12,0%, rispetto la volta scorsa tra l’8,0% e il 10,0%.

Tuttavia, gli intervistati sono attenti ad alcune caratteristiche personali dei due. Per esempio, Fini per il 53,9% e’ considerato piu’ onesto di Berlusconi, il quale, invece, soltanto per il 34,7% viene considerato tale. Eppero’, il Premier si prende la rivincita sulla simpatia. Per il 43,2% Berlusconi e’ piu’ simpatico di Fini che e’ attestato al 34,5%. Anche come politico innovativo tra i due non c’e’ alcun paragone. Berlusconi stravince: 58,4% rispetto al 28,2% di Fini. Questi, viceversa, lo batte in credibilita’: 52,1 a 41,7%. Infine, in concretezza Berlusconi appare insuperabile: 56,8% mentre Fini al 28, 3%.

Chi vede la politica, in modo lungimirante, e’ stato Fedele Confalonieri il quale chiede ai duellanti di non insistere nelle reciproche punture di spillo, preconizzando per il Presidente della Camera la candidatura alla Presidenza della repubblica. Per colpa del suo temperamento Berlusconi ha perso molto tempo per chiudere lo scontro e cosi’ si e’ indebolito agli occhi dell’opinione pubblica, in un momento sfavorevole in cui come nel film “Apocalisse Now” di Francis Ford Coppola gli sono arrivati addosso una squadriglia di elicotteri sull’onda della wagneriana Cavalcata delle Walkirie.

Gli elicotteri, fuor di metafora, sono i casi Scajola, Brancher, Cosentino, P3 con dentro Verdini e il sottosegretario alla Giustizia Caliendo. Per non parlare di quelli schivati nel recente passato: dal caso Noemi Letizia a quello Patrizia D’Addario per arrivare a quello avente come oggetto, vero o no, il suo rapporto con la mafia.

Fresca di giornata la notizia che il nome Berlusconi non c’entra un fico secco per quanto riguarda le stragi del ’92, pero’, la politica ha avuto un ruolo nell’ostacolare la ricerca della verita’. Lo ha precisato Sergio Lari, il procuratore capo di Caltanissetta, la procura che indaga sulle stragi, dopo le polemiche seguite alle dichiarazioni del suo vice, Domenico Gozzo. Il quale aveva spiegato che “la verita’ e’ a un passo” e, nel contempo, si era chiesto se lo Stato sarebbe stato in grado di reggere alla forza d’urto dell’inchiesta.

Anche uno temperato alle disgrazie come Berlusconi, non poteva non avere un calo di consensi. Cosi’ nel giro di una settimana, il suo gradimento tra gli elettori interpellati e’ passato dal 50,6% al 48,2%, meno 2,4%. E’ sceso al disotto del 50%. Volava al disopra del 60,0% nei mesi passati, adesso e’ sceso e dovra’ fare di tutto per ripartire, altrimenti il declino sara’ inesorabile. La sensazione che si ricava e’ che l’inquilino di Palazzo Chigi lascia fare e interviene solo quando i buoi sono scappati dalla stalla. Troppo tardi interviene quando e’ il caso, invece, di fare il contrario, per evitare che l’esecutivo finisca sotto il fuoco di fila degli avversari politici e dalla stampa scritta e parlata avversa. Sulle intercettazioni, in verita’, non e’ stata tenera nemmeno quella amica.

Il segno di questo modo strano di governare sono le leggi approvate o in via di approvazione sottoposte spesso, in corso d’opera, a una operazione di remake. Per di piu’, si stanno facendo sentire gli effetti della manovra economica anticrisi: la preoccupazione degli italiani e’ cresciuta molto: passando dal 55,8% al 56,9%. Abbastanza: dal 27,7% al 28,9%.
Sennonche’, di questo passo, il governo e’ calato, in una settimana, del 2,0%, passando dal 46,0% al 44,0%. A ben guardare, il governo ha perso la spinta propulsiva. Non e’ che il Pdl se la passi meglio, anzi tutt’altro. Berlusconi, governo e Pdl sono speculari tra loro, essendo legati dal comune destino. Sicche’, il partito e’ sceso dal 34,5% al 33,5 e se la matematica non e’ una opinione, ha perso un punto secco. La fortuna della maggioranza e’ che l’opposizione non e’ in grado di raggiungerla e sorpassarla. Non essendo una Ferrari e nemmeno una Cinquecento pedala su una bicicletta bloccata a terra. Come quelle usate per gli allenamenti in palestra. Da settimane e’ ferma al 25,0%. Neanche Bersani e’ l’uomo della provvidenza, capace di scuotere il Pd, fermo al palo: 26,0%. Colpa anche dell’eccessiva frantumazione nell’arco dell’opposizione.

Per esempio, troppe sigle con pochi voti. Rifondazione e comunisti italiani ondeggiano: la volta scorsa contavano il 2,2% stavolta l’1,8%. I Verdi idem: dall’1,3% all’0,8%, cosi’ pure la Lista Pannella Bonino: dall’1,3% all’1,1%. Giocando sulle difficolta’ del Pd e sulla inconsistenza dei partiti dello schieramento di centrosinistra, Nichi Vendola ne sta approfittando, candidandosi alla premiership delle politiche del 2013, salvo elezioni anticipate. Intanto, con la sua scesa in campo, sta facendo pubblicita’ al suo movimento, Sel. Peraltro,e’ l’unica forza che cresce settimana dopo settimana, arrivando, in questi ultimi sette giorni, al 5,0%, mentre stava al 4,5%.

Al che, Di Pietro mostra i denti e azzannerebbe ben volentieri Vendola, il suo gatto nero che gli taglia la strada. Fatto sta che Sel e l’Idv sono concorrenti. Rispetto alle passate settimane il partito dipietrista ha invertitola rotta: passando dal 6,0% al 6,5%. Cio’ e’ dovuto al fatto che il clima giustizialista in qualche modo lo favorisce. E, comunque, e’ la sua acqua naturale. Chi non ha paura di nulla e’ la Lega Nord, giacche’, da alcune settimane, viaggia sul 13,0%. Questo non si puo’ dire dell’Udc che e’ calata bruscamente dal 7,2% al 6,5%. Vuol dire che la proposta di Casini di un governo di larghe intese non trova interesse tra gli elettori. Al palo anche l’Mpa di Lombardo bloccato al’0,7%, come la vota scorsa. La Destra e’ stabile e non la smuove nessuno dal 2,0%. Chi in aumento sono quelli che noi chiamiamo: Altri. Ovvero sono partiti e liste di piccole percentuali che non fanno testo, ma insieme fanno il 3,1%, mentre la scorsa settimana contavano l’1,6%.