Questa mattina nel corso della trasmissione Teleselezione condotta da Luca Telese e Flavio Grasselli su Radio ies ho parlato del problema della gestione del consenso: c’è chi ce l’ha e non lo sa gestire, come Beppe Grillo che in quattro mesi è riuscito a sperperare un investimento nei suoi confronti, pazzesco, inaudito. Lo ha sperperato in un modo clamoroso.

Il fenomeno di Beppe Grillo, che ho seguito con molta attenzione, è nato a sua insaputa, forse non se ne è neanche reso conto. Il 25% del patrimonio elettorale non lo ha preso sulla base di un consenso strutturale: lo ha preso su una parola d’ordine che era “vaffanculo”, un programma che coincideva con lo stato d’animo dei cittadini.

Era un “basta cambiamo!” e aveva successo perché parlava di problemi concreti, del territorio. Ora è passato a una rappresentazione da dilettante. Ha generato un equivoco straordinario: la sua è una vittoria elettorale, ma non politica, dall’altra parte Silvio Berlusconi ha vinto a livello politico, ma non elettorale.

Beppe Grillo avrebbe dovuto guidare la sua gente, ma non rappresentarsi come una specie di setta.