TurchiVolevo proporre il lancio di un concorso sul web al fine di trovare il vocabolo “migliore” per definire, senza infastidire i Turchi, l’eliminazione fisica dalla faccia della terra di un milione e mezzo di persone che in comune avevano l’etnia e la fede.

Stavo però scordando che in Turchia anche il web ha qualche problema e quindi dovremo optare per una soluzione alternativa.

Nel frattempo va ricordato che la verità storica non ha bisogno dell’avallo dei suoi carnefici; nessuno chiese ai nazisti come doveva essere raccontato o chiamato l’olocausto.

Ora la cortina fumogena intentata dai Turchi per oltre 100 anni allo scopo di rendere incerti i confini, i numeri e le dinamiche di quello che Papa Francesco ha definito il primo genocidio del secolo scorso potrebbe pure iniziare a dissolversi.

La dimensione economica e quella diplomatica non devono e non possono andare aldilà della Storia e la storia va raccontata chiamando le cose con il loro nome.
Le marce della morte volute dai “giovani turchi” non venivano di certo affidate ad operatori turistici.
Questi hanno sterminato, eliminato selettivamente più di un milione di esseri umani e lo hanno fatto perché la loro colpa era quella di essere armeni.
Chi nega la verità è complice di un genocidio che non può, non deve essere più taciuto.