Dopo 68 giorni prigionia per Ambrogio Crespi e 35 giorni di sciopero della fame, oggi il mio bollettino lo dedico ad un amico, Marco Pannella, impegnato nel sesto giorno di sciopero totale della fame e della sete; la sua vita è a rischio per complicazioni cardiache e gravi danni renali.

Il mio affetto per Marco è secondo solo alla mia stima, ma dirgli di tornare a bere è scontato; questo mondo senza di lui sarebbe insopportabile, ma l’appello deve essere fatto ai destinatari della sua protesta: chi può oggi deve agire, prendere posizione altrimenti saranno loro i responsabili di quello che a Marco sta accadendo, il loro silenzio la loro indolenza; la denuncia di Marco dà voce agli ultimi, a quelli senza titolo e senza rappresentanza.

“Uno schieramento di prestigio senza precedenti alcuno rivolge un appello alla giustizia, nazionale e internazionale”, aveva annunciato Pannella in un collegamento con Radio Radicale, in cui ha letto il testo di un appello pubblicato nell’aprile del 1976 dai Radicali su Repubblica.

Ieri i medici gli avevano raccomandato il ricovero in una struttura ospedaliera dal momento che da lunedì scorso è in sciopero totale della fame e della sete. “Sono in una situazione di primato. Dovrei essere al quinto o al sesto giorno di sciopero totale anche della sete – ha spiegato Pannella – l’unica volta che mi ero avvicinato a questa soglia fu quando facevo lo sciopero della fame e della sete contro l’esecuzione di Saddam”.

FIRMA LA PETIZIONE PER AMBROGIO CRESPI LIBERO SUBITO