Oggi sono 30 giorni che faccio lo sciopero della fame e la prospettiva è che questa esperienza non finisca a breve. Perché mio fratello è vittima di una carcerazione preventiva senza alcun senso. Gente che non conosce ha detto cose che lo riguardavano e, nonostante prove, documenti e perizie, i giudici di Milano hanno ritenuto che un non condannato, un innocente, debba restare in carcere.

Prove e riscontri non ne hanno trovati in 62 giorni e non ne troveranno: solo farfugliamenti e chiacchiere.

Ma la condizione di Ambrogio non è un caso limite: migliaia sono i detenuti nelle condizioni di mio fratello e nella maggioranza dei casi nel drammatico silenzio dei media e delle coscienze civili del nostro Paese.

Il tema della giustizia, nonostante i Radicali e qualche altro eroe civile, non entra nell’agenda politica, non diventa di attualità, lo diventa drammaticamente quando entra nella vita delle famiglie e travolge l’esistenza delle persone segnandola per sempre.

Dopo un mese senza mangiare sto male, faccio fatica a lavorare ma il mio malessere è poca cosa rispetto a quello che vive Ambrogio da 62 giorni in isolamento con un’ora di aria al giorno… Se non piove!! E lui sta ad Opera che mi dicono essere un’eccezione per vivibilità rispetto alla stragrande maggioranza dei carceri italiani.

Io tornerò a mangiare quando potrò farlo con mio fratello: il 10 ottobre, quando lo hanno portato via hanno portato via pure me, hanno reciso la sua vita e la mia esistenza. La sua passione, il suo calvario non può che essere anche il mio.

Il mio appello, sentito e rispettoso, è agli uomini e alle donne che devono decidere della sua vita, della sua libertà. Chiedo loro di farlo con coscienza guardando i fatti, ascoltando a cuore aperto le tesi della difesa, rispettando la vita, dando senso alla parola giustizia.

Oggi aderisco all’iniziativa dei Radicali. In una riunione congiunta delle commissioni giustizia e affari costituzionali si discuterà la risoluzione radicale per il diritto di voto per i detenuti una vittoria ottenuta grazie alle iniziative nonviolente di sciopero della fame di Rita Bernardini e Irene Testa e alle mobilitazioni radicali che tra il 19 e il 22 novembre.

Una delegazione radicale si è data appuntamento in Piazza al Pantheon alle 12 per spostarsi alle 14.30 a Montecitorio dove sarà presente con pentole, coperchi, posate e tutto il necessario per farsi sentire. Contemporaneamente dentro e fuori dalle carceri dalle 13 alle 13.30 verrà effettuata una battitura.

Anche ad Opera, l’Associazione Radicali Senza Fissa Dimora organizza una manifestazione davanti al carcere per accompagnare la battitura dei detenuti e per chiedere Amnistia per la Repubblica, diritto di voto ai detenuti e l’immediata scarcerazione di Ambrogio.

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