Emiliano Silvestri di Radio Radicale mi ha intervistato in un albergo a Milano, dove mi trovavo per incontrare Ambrogio in carcere. Al mio 20esimo giorno di sciopero della fame ho ripercorso le tappe che hanno portato all’arresto di mio fratello e quello che è successo dopo tra istanze di scarcerazione rigettate e appelli per la sua scarcerazione.

Come ho detto ai microfoni di Radio Radicale lo sciopero della fame è un atto di compassione e di partecipazione a un dolore che è quello della privazione della libertà. Il dolore non è solo nei confronti di Ambrogio, da più di 50 giorni in isolamento, ma anche di tutte quelle persone – sono 13mila in Italia – che subiscono la carcerazione preventiva e che poi magari saranno giudicate innocenti. Io credo che sia uno strumento barbaro ed insopportabile.

Adesso i legali di Ambrogio, Marcello Elia e Giuseppe Rossodivita, hanno presentato una nuova istanza di scarcerazione che si basa su una perizia del professor D’Alimonte, presidente del Cife, Centro Italiano Studi Elettorali, e uno delle massime autorità del settore.

Le indagini sono ancora aperte e noi siamo rispettosi di un rispetto che non riceviamo. Leggendo gli atti su www.ambrogiocrespi.it ognuno può farsi la sua idea di questa vicenda, sul sito è pubblicato tutto ciò che è legalmente disponibile.

Io voglio ringraziare chi ogni giorno ci dà sostegno come i Radicali il cui supporto è nato sulla base della competenza e della verifica delle carte. Speriamo che questa istanza sia definitiva e che restituisca ad Ambrogio la libertà in modo che la prossima intervista che ascolterete sia la sua.

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