Tra i politici che si sono schierati al nostro fianco, nella battaglia per la liberazione di Ambrogio, figura anche Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, che in una nota spiega: “Nelle vicissitudini giudiziarie del nostro Paese si ascrive di diritto ai primi posti la vicenda di Ambrogio Crespi. La celerità di certe sentenze ‘eccellenti’ come quelle di Vendola ed Errani, e il clamore che suscitano, cozzano con la stranezza di un caso che desta più di una perplessità, per non dire indignazione”.

“Crespi è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa nella vicenda del voto di scambio dell’assessore lombardo, Zambetti. Per gli avvocati, Crespi non lo conosce; non conosce il pentito, un imbianchino che ha scritto falsamente di essere stato suo testimone di nozze, il quale lo accusa di essere punto di riferimento del boss Onorato, con Renato Vallanzasca ha avuto un incontro per motivi di lavoro legati ad interviste per il film sulla sua storia. Non si capisce come avrebbe potuto portare 2500 voti a Zambetti, alla luce di quelli conquistati da candidato presente sul territorio nel 2006, e il trasferimento dell’anno successivo a Roma per motivi di lavoro. Sarebbe l’unico caso politico in cui lontano dall’area di pertinenza politica si raddoppiano i voti. Infine, la telefonata col presunto ‘ndranghetista Gugliotta, al quale Crespi risponde “non posso fare niente” facendo solo riferimento alle difficoltà della campagna elettorale in tempi troppo ristretti per Sara Giudice. Telefonata esclusivamente legata alle competenze lavorative di Crespi, dunque. Capi di accusa che poggiano su basi flaccide, ma che sono sufficienti per tenere Ambrogio in carcere. L’errore giudiziario è dietro l’angolo, e non vorremmo ritrovarci a parlare ancora di lentezza della giustizia verso il cittadino. Che è davvero stanco ormai”.