In una nuova intervista rilasciata al Clandestinoweb, Giuseppe Rossodivita, uno dei due legali di Ambrogio, commenta questo ulteriore temporeggiare da parte dei Pm. La situazione è paradossale e ormai siamo arrivati al 29° giorno di detenzione di mio fratello.

Avvocato, dopo l’ultimo interrogatorio e l’incontro con i Pm quali sono le prospettive per Ambrogio Crespi?

Nel merito, penso davvero che Ambrogio abbia spiegato tutto quello che doveva spiegare per chiarire la sua totale estraneita’ ai fatti contestati. Abbiamo portato elementi che obiettivamente dimostrano che quanto imputato dalla Procura ad Ambrogio, sulla scorta di intercettazioni tra terze persone, non si e’ mai verificato in assoluto e tantomeno nei termini descritti dagli interlocutori intercettati. Ma la Procura di Milano in realtà pare sia più interessata dal contesto relativo alle conoscenze – o non conoscenze – di Ambrogio che dal testo, cioè l’accertamento obiettivo, positivo o negativo che sia, dei fatti contestati. E’ una situazione paradossale con la quale e’ difficile processualmente fare i conti proprio perché e’ sfuggevole e magmatica. Abbiamo sperato fino ad oggi che la Procura di Milano tornasse sui propri passi e prendesse atto dei dati obiettivi, ivi compresa l’unica telefonata di Gugliotta ad Ambrogio dell’8 maggio 2011 che più che essere un elemento a carico, ascoltata integralmente si dimostra un elemento a discarico. Ma pare che non vi sia questa intenzione e su questa indagine pesa il timbro del Procuratore Aggiunto dr. ssa Ilda Boccassini dalla cui impostazione non si sono scostati ne’ il Gip, ne’ i giudici del Tribunale del Riesame.

Cosa intende?

E’ davvero brutto dover constatare che dei Giudici, pur di validare la tesi accusatoria dei PM, scrivono cose obiettivamente non vere – come quella per cui un criminale pentito, che peraltro non fa nessuna chiamata in correita’ nei confronti di Crespi, ma e’ funzionale, appunto, a disegnare un certo contesto negativo, sarebbe stato testimone di nozze di Ambrogio. O come ancora che ci sarebbero stati dei picchi di voti nel quartiere di Baggio, ex quartiere di Ambrogio, perché in udienza cosi ha detto il PM. La difesa, al contrario del PM non ha “detto”, ha “dimostrato” dati del Comune di Milano alla mano che cosi non e’, come non e’ reale, dati alla mano, la circostanza del controllo dei voti da parte di Ambrogio nei fantomatici 10-12 condomini di cui favoleggiano gli intercettati e che si sono rivelati inesistenti. Se pero’ dei Giudici ritengono di dare per accertato quanto “detto” dai loro colleghi PM, piuttosto che quanto “provato” dall’imputato si capisce che la partita non la si gioca ad armi pari. E questo e’ un male per Ambrogio, per l’inchiesta tutta che finisce per essere minata da questo modo di procedere e, consentitemi di dire, per l’intero sistema.

Quali sono le prossime mosse del collegio difensivo? Che tempi ci sono perché la situazione si sblocchi?

Oggi, con il collega Elia, abbiamo depositato ricorso in Cassazione e, com’è noto, la Cassazione è a Roma. Se la situazione non si sbloccherà nei prossimi giorni, nel corso dei quali depositeremo comunque una istanza di revoca della misura al Gip di Milano, corredata da ulteriori riscontri negativi rispetto a quanto contestato, occorrerà per forza aspettare di trovare a Roma il nostro Giudice.