Di Helene Pacitto – Martedì inizia il mio viaggio per Milano con mio figlio Luca, di 8 mesi e mezzo, e la mia dolce mamma, che è sempre al mio fianco da quando hanno arrestato Ambrogio.

Arriviamo alle 17:30 in stazione e ci avviamo in quell’hotel situato proprio di fronte al carcere di Opera.

Dalla mia stanza riesco a vedere quelle alte mura, proprio come tre mesi prima, l’ultima volta che portai Luca.

Già, perché Ambrogio non vedeva il suo bambino da 3 mesi, esattamente dal 26 Novembre, prima per motivi di permessi non accordati, poi per il dolore di un papà che deve vedere  suo figlio dentro a una prigione ma soprattutto il dolore del distacco a fine colloquio.

Ma alla fine, parlandone più volte durante gli scorsi incontri e attraverso le nostre lettere, abbiamo deciso che dovevamo riunire la nostra famiglia.

Mercoledì mattina Luca si sveglia come sempre alle 7:00, desideroso del suo biberon di latte e biscotti. Scosto la tenda della finestra della mia camera per vedere quella prigione, a modo mio mi sentivo più vicina al mio Ambrogio… Alle 9:30 arriviamo in carcere e alle 10:30 entriamo in quella stanza, che per quelle due ore sarebbe stata il nostro nido di amore.

Improvvisamente si apre la porta ed entra quel papà emozionatissimo nel rivedere il suo cucciolo. Lo stringe fortissimo, riempendolo di baci e Luca, con il suo piccolo visetto buono, lo guarda e dopo poco inizia a tirargli il naso e i capelli. Il mio cuore batte fortissimo, gioia, emozione, amore,  rabbia: tutti sentimenti che erano mixati dentro di me.

Papà, mamma e figlio, di nuovo insieme, nulla di più bello.

Le due ore che avevamo a disposizione sono volate, ma Luca si è fatto tantissime risate con Ambrogio ed insieme hanno giocato e si sono riempiti di coccole.

Sono state solo 2 ore, ma intense, colme di momenti di commozione, provavo sensazioni indescrivibili nel vedere i miei due più grandi amori di nuovo uniti. Ad un certo punto Ambrogio ha fatto un discorso a Luca, spiegandogli che un giorno sarebbe stato orgoglioso del suo papà, che non ha accettato di uscire di galera da Onorevole ma da cittadino; il nostro piccolo lo guardava sorridendo e questo rendeva il momento ancora più tenero.

Tra una merendina di frutta e qualche pernacchia che ci facevamo, abbiamo anche parlato di queste “benedette” indagini che sono ancora aperte e di fronte ad un mio scatto verbale di pura rabbia, Ambrogio ha saputo dimostrarmi nuovamente la sua bontà, la stupenda persona che è, chiedendomi di non avere più pensieri cattivi, perché il bene vince sempre.

Rimango esterrefatta quando sento mio marito parlare di giustizia, lui ci crede, lui crede che le persone che lo stanno tenendo in carcere da 135 giorni stiano svolgendo il loro lavoro, anche se forse un po’ lentamente, ed è convinto che, concluse le indagini, proprio loro lo rimanderanno a casa da uomo innocente.

Ho provato a esprimere il mio disaccordo, ma Ambrogio ha fiducia nella magistratura, soprattutto nel Pm Giuseppe D’Amico. Se il suo arresto è servito a sconfiggere il “male”, allora è “contento” del sacrificio che sta facendo.

Personalmente, devo fare degli sforzi enormi per avere la stessa  fiducia che ha Ambrogio nella magistratura milanese, anche se spero presto di sentirmi dire un “te l’avevo detto”, ma soprattutto mi auguro di potermi ricredere e di essere solo annebbiata dalla rabbia, quella rabbia che al momento nessuno può togliermi, se non la libertà di Ambrogio. Tutto questo mi rende ancora più orgogliosa di avere un marito come il mio.

Concluso il nostro colloquio , abbiamo affrontato in modo sereno e tranquillo il distacco finale, che è sempre e comunque un momento di profonda tristezza, una vera pugnalata al cuore. 

Provo impotenza di fronte al suo allontanamento; proprio io, che se Ambrogio dormiva fuori casa per una notte per motivi lavorativi, non riuscivo ad addormentarmi… adesso ho dovuto fare i conti con questo distacco forzato e nonostante cerchi di darmi tante risposte esaustive a fronte di quanto stiamo vivendo, nulla appaga la domanda principale: PERCHE’?

Non ci sarà “perché” capace di rasserenare i miei turbamenti.

Penso che Mercoledì prossimo tornerò con Luca da Ambrogio, e spero, anzi, confido nell’8 Marzo, data dell’udienza in Cassazione; la sì che ho riposto tutta la mia fiducia nella giustizia.

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