Sempre dall’ufficio di mio fratello Ambrogio Crespi  faccio il punto della situazione come avevo promesso. Lunedì  scorso dopo 92 giorni ho dovuto  interrompere lo sciopero della fame perché a causa di una forte influenza, il mio fisico  malnutrito ha avuto  un collasso a cui è seguito un ricovero in ospedale. Mi hanno rimesso in linea e oggi dopo 7 giorni sono di nuovo in piedi. Riprenderò lo sciopero al momento opportuno.

Intanto mancano pochi giorni alle elezioni e se Ambrogio avesse accettato la proposta de La Destra di Storace, fra una settimana sarebbe a casa. Ma lui ha fiducia nella giustizia e ha valutato in “libertà” che ciò che gli era stato tolto il 10 ottobre doveva essergli restituito dalle stesse persone.

Ambrogio è ormai al 132° giorno di carcere preventivo per permettere alla giustizia di fare il suo corso, l’importante è che alla fine venga pagato con la giusta moneta. La giusta moneta comunque la si riceve sempre dalla propria coscienza, e per chi una coscienza non ce l’ha c’è quella collettiva, e quella collettiva non perdona.

Speriamo che l’8 marzo la Cassazione possa mettere una parola di coscienza sulla storia di Ambrogio che sta diventando ormai paradossale, non per chi è sottoposto a questa ingiustizia ma per chi quest’ingiustizia l’ha firmata.

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