Il 29 dicembre, in una conferenza stampa con Marco Pannella, Giuseppe Rossodivita e Rita Bernardini, dedicata alla denuncia del caso di Ambrogio Crespi, detenuto sottoposto ad una carcerazione preventiva con accuse che oggi come ieri appaiono ridicole, tanto che in quella occasione si è paragonata la sua vicenda a quella di Enzo Tortora, ho avuto modo di fare un intervento nel quale accusavo il fatto che la questione dell’illegalità evidente e denunciata, a cui sono sottoposti i detenuti e le carceri italiane, non era inserita nell’agenda politica ed entrava nelle cronache solo per le battaglie dei Radicali, spesso pagando un prezzo inaccettabile. Ho detto che la questione mette in discussione il grado di civiltà del nostro paese.

Bene, ieri ‘Italia domanda’, il programma di punta del Tg5, diretto da Clemente Mimun, mi ha smentito clamorosamente con un atto di coraggio editoriale che nessuno ha mai avuto durante una campagna elettorale. Ha messo intorno ad un tavolo tutti i partiti per discutere e misurare le idee su questa questione centrale per il nostro paese.

Gli italiani hanno potuto vedere, ascoltare l’ipocrisia e la volgarità con cui la maggioranza del nostro corpo politico affronta la questione. La Bongiorno, candidata alla Regione Lazio e presidente della commissione giustizia, ha messo in scena tutti i limiti di competenza e una capacità di usare la questione per meri fini politici. Sorprendente l’inadeguatezza di Guido Paglia, de La Destra, contraddittorio Paniz, del Pdl, per non parlare di Grasso, ex procuratore antimafia che non ha fatto pesare la sua esperienza, che non si è avvertita nelle sue parole. Marco Pannella con il suo cartello fastidioso, urlante, è stato l’unico a dire la verità. Te la sbatte in faccia senza alcun riguardo. Accusa senza reticenza l’ipocrisia e il lutto della giustizia, come del resto fa Vittorio Feltri, libero dalla ricerca di voti. Mi è parso libero dalle ossessioni da performance.

Ma ieri sera abbiamo avuto in parata i veri responsabili dello stato della nostra giustizia, della mancata riforma del nostro sistema giudiziario che non colpisce solo i detenuti, ma tutti i cittadini vessati e annientati da milioni di processi e da una lentezza che non garantisce ne’ la legalità ne’ tanto meno la giustizia nel nostro paese.

FIRMA LA PETIZIONE PER AMBROGIO CRESPI LIBERO