Oggi ho avuto come l’impressione che ci fosse qualcosa che non andasse. Ho incontrato Marco Pannella, ci dovevamo confrontare su alcune cose interessanti che riguardano soprattutto la possibilità di riuscire a far risalire nell’agenda politica i temi che finora sembra siano capaci di sviluppare solo i Radicali.

Come sempre gli incontri con Marco sono interessanti e istruttivi, ma quando dal Lucano – il tabacchi-ristorante sotto la sede del partito Radicale – ho visto arrivare mezzo chilo di formaggio alla piastra, ben schiacciato e croccante, un caciocavallo profumato come non mai, e lui si è apprestato ad ordinarmi un cappuccio rinforzato, ho trovato la scena esilarante. Io che digiunavo, davanti a colui che, dopo Gandhi, ha inventato lo sciopero della fame come forma di protesta e di proposta, che mangiava circa 6mila calorie davanti a me.

Lui mi ha rassicurato che è solo una questione mentale. Assolutamente mentale. E la verità è che ha ragione perché il fatto che chi è con te non cambi le sue abitudini non ti fa sentire in colpa e il formaggio mangiato da Pannella non ha rappresentato per me nessun problema. E’ una questione mentale e dipende dalle motivazioni e le mie motivazioni sono molto forti.

Tornerò a mangiare, e magari anche dal Lucano, quando mio fratello, Ambrogio Crespi, tornerà libero.

Mercoledì prossimo presenteremo un’altra istanza di scarcerazione e mi auguro che finiscano i giochini e i giochetti di chi è più interessati a difendere se stesso e la sua idea di infallibilità che non la giustizia e la libertà.

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