Stiamo parlando di Franco Battiato, il cantautore catanese forse il più intellettuale ma sicuramente il più mistico del panorama mediteraneo.

Un’interprete di un fascino tra il middle europeo e il middle orientale, che pone il suo confine tra Gurdjieff e Gaber, capace di costruire intorno a se musiche originalissime testi di profondità assoluta come è stata “La cura” o “Ti vengo a cercare”, veri e propri capisaldi non della canzone ma della letteratura italiana.

Sinfonico, polifonico, è oltre la New Age, è oltre i luoghi comuni della sinistra, sopra Grillo, alla ricerca di un centro permanente capace di illuminare il senso di esistenze che si muovono in una sequenza disorganica.

Battiato è forse il più profondo e sensibile autore italiano, capace anche però di prese di posizione chiarissime che hanno saputo destare l’attenzione e le coscienze di chi trova il tempo di ascoltarlo.

Povera Patria! Schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos?è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno; e tutto gli appartiene. Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!”. Così iniziava “Povera Patria”, canzone del 1991, che ha rappresentato un vero manifesto di opposizione, d’opposizione al conformismo e alle cattive abitudini.

Ma guardando con l’occhio interiore è stato capace di scrivere anche parole che tutti hanno pensato rivolte a Silvio Berlusconi con la canzone “Inneres Auge”. “Uno dice che male c’è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare primari e servitori dello Stato? Non ci siamo capiti, e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?”

Un artista con un tale profilo non ci sorprende nel sapere che in un colloquio con il Corriere della Sera ha saputo dire “quest’isola ha insegnato il malaffare al mondo” – riferendosi alla sua Sicilia, come non ci lascia affatto sorpresi che definisca il momento che stiamo vivendo come “il trionfo dell’infamia nella vita pubblica?. Quello che semmai ci sorprende è che di fronte a una richiesta di valutazione del Laboratorio Sicilia messo in piedi da Raffaele Lombardo, il fustigatore mistico si esprima con il massimo dell?apertura da lui

concepibile: “Ma forse in Sicilia ora c’è una novità, la Giunta Lombardo? Dicono che siano persone rette”.

Per Raffaele Lombardo è più di un oscar, più di un sondaggio trionfante, e forse anche più di un trionfo elettorale. E’ riuscito a conquistare, o quanto meno ad aprire una linea di credito col siciliano più diffidente dopo Sciascia.

Sappiamo che nei circoli dei dervisci rotanti e nelle assemblee dei sufi si è sparso un ingiustificato sgomento.