ratzinger

La chiesa cattolica sotto la guida di Papa Ratzinger ha toccato il punto più basso nel rapporto con i fedeli e l’opinione pubblica di tutto il mondo, inoltre Benedetto XVI non è certamente portatore di quell’umanità e di quell’emotività coinvolgente che era propria di Papa Giovanni Paolo II . La differenza si percepisce con estrema forza, e a questo si sommano le accuse che provengono da tutto il mondo ai preti pedofili che hanno indebolito la credibilità dei sacerdoti e della loro missione evangelica.

Il modo in cui la Chiesa ha gestito il problema sia a Boston sia in Irlanda, così come del resto in molti paesi del Sud America, non ha brillato e non ha reso giustizia alle migliaia di vittime di questo abominio. Colpire i preti pedofili, isolarli, non poteva essere fatto in silenzio, di nascosto cercando di evitare lo scandalo che costituisce la prova di verità, quel coraggio che alla Chiesa è mancato.

La lettera del Papa agli irlandesi che tanto è piaciuta a Silvio Berlusconi non è stata pienamente accettata nè dalle vittime nè dagli irlandesi, non certo perchè il Pontefice non è stato netto e duro con i colpevoli, ma perché in fondo non si è colpito con durezza chi sapeva e in oltre cinquanta anni ha taciuto o in alcuni casi ha cercato di evitare lo scandalo. Questi i fatti.

In questo contesto difficile per la chiesa cattolica nel mondo, in una fase di interpretazione del suo ruolo della sua missione, del suo destino abbiamo assistito ieri in Italia alla dichiarazione del Cardinal Bagnasco che evoca l’aborto come elemento discriminante nell’assunzione delle proprie scelte politiche. Ne consegue che in Piemonte e soprattutto nel Lazio ha indicato ai cattolici di non votare chi come Emma Bonino si è battuta per la legalizzazione dell’aborto nel nostro paese.

Il Cardinal Bagnasco ha diritto di indicare quello che la sua chiesa e il suo pensiero reputa opportuno ai suoi fedeli, la questione quindi non è l’invasione di campo ma l’efficacia che avrà tale dichiarazione per la Polverini e per Cota in una battaglia elettorale che si gioca su differenze decimali.

A Roma gli apparati ecclesiastici non avrebbero certamente votato per Emma Bonino quindi la domanda che vi faccio è “cosa ha aggiunto Bagnasco?” Secondo me niente, anzi ha sottratto, perché la legalizzazione dell’aborto nel nostro paese è passato nella coscienza delle donne e dei suoi cittadini non solo attraverso lo storico referendum ma anche nella consapevolezza che la sua legalizzazione è la risposta a un male più grande cioè l’aborto clandestino.

Quindi la chiesa cattolica si pone in antagonismo a una coscienza collettiva diffusa, a una sensibilità differente. Capisco ciò che spinge Bagnasco, meno l’urgenza di trasferirlo in politica e bene ha fatto Renata Polverini in questa occasione a non cavalcare la tigre e a evitare strumentalizzazioni che le avrebbero precluso ogni possibilità di recuperare quella differenza decimale che la separa dalla vittoria.