Solo qualche mese fa si è raggiunto il quorum ad un referendum dopo decenni che non accadeva, ma generalmente ogni qual volta gli italiani vengano chiamati a votare si recano in massa sia che si tratti di primarie di partito che altro; si guardino anche i livelli di partecipazione dei social network. La politica subisce solo la concorrenza del calcio. Eppure quello che è in crisi sono giornali che, rilevazione dopo rilevazione, toccano abissi e cali mai visti, quello che è in crisi sono certi programmi come quelli della Dandini & co. O taluni programmi di approfondimento che hanno perso audience a secchiate.

Allora cosa succede? Credo che siano respinte tutte le forme che forzano rappresentazioni della realtà; credo che ogni italiano si costruisca un palinsesto di interessi selettivo che esclude chi non si dimostra all’altezza delle aspettative che genera. La gente vuole partecipare, decidere, ma non vuole più sentire parlare di partiti e politici e di chi parla solo di loro ecco perché credo che le reti civiche e le forme di cittadinanza attiva siano una nuova frontiera che naturalmente politologi e commentatori stanno sottovalutando come sempre; eppure il successo di Grillo e dei referendum dovrebbero aprire gli occhi, ecco perché non mi ha sorpreso di vedere la gente in fila ieri a Roma per la nascita di Rete Attiva per Roma per ascoltare Gianni Alemanno che probabilmente se si fosse presentato con il suo partito vecchio o nuovo che sia non avrebbe avuto le stesse attenzioni. I tempi sono duri e selettivi e va avanti chi ha idee e ha il coraggio di cambiare.