Una lettura più approfondita dei dati elettorali ci conferma un’ Italia divisa in due. Nell’Italia del Nord c’è stata la cancellazione dell’opzione di centrodestra, la Lega flette pesantemente ovunque e in alcune realtà il Pdl resta sotto al 10% e non diventa nemmeno un’opzione politica. Le partite Iva e i ceti produttivi hanno abbandonato il centrodestra. Il flusso di voti che esce da questo schieramento è epocale, una vera emorragia.

Fatte le debite eccezioni naturalmente, come quella di Tosi a Verona. Mentre nel centro-sud il dato cambia. Nel Lazio il Pdl tiene, in Campania addirittura le forze al Governo della Regione aumentano consensi di 5 punti, in Puglia non va male e a Catanzaro il centrodestra è avanti nel primo turno. Il caso di Palermo, con l’exploit di Orlando, dimostra inoltre che al Sud non esiste il fenomeno Grillo.

La stanchezza e la flessione sono un fenomeno generale che interessa tutti i partiti. La differenza sta nella dimensione e nelle alternative. Il Sud sembra non aver costruito alternative e quando le ha costruite, vedi il caso Orlando o De Magistris, la gente si è buttata su di loro. Il comico genovese qui non ha appeal, non perchè sia meno rivoluzionario o meno incazzato ma perchè la forza di Grillo sta nelle persone che sceglie, in quelle che entrano in contatto con il territorio, la forza sta nei candidati.

In questo caso i candidati del Sud che Grillo è riuscito a trovare non hanno la stessa attrattiva di quelli del Nord, dove il tessuto sociale ha livelli di relazioni e sofferenze molto diversi. L’Italia è divisa nelle sensibilità, nella percezione, nei problemi e nelle soluzioni. E’ divisa anche nei risultati elettorali. Di certo la stagione di Berlusconi, Bossi, ma se volete anche di Bersani, è conclusa. Un crepuscolo senza pietà che però stenta a mostrare le modalità con le quali l’elettorato di centrodestra dovrà essere rappresentato perchè l’elettorato di centrodestra resiste e persiste. In quasi il 50% dei casi questo preferisce non andare a votare piuttosto che cambiare schieramento.

Molti non hanno colto nel Terzo polo e nella Destra di Storace una valida alternativa visto che alla fuga dal Pdl non è corrisposta la crescita di questi schieramenti. Su tutto impatta l’inadeguatezza del Governo Monti e anche l’ incapacità di comprendere la straordinarietà del Movimento 5 stelle da parte del Capo dello Stato Napolitano, che con il suo atteggiamento non fa altro che accrescerne il consenso.

Certo se il presidente della Repubblica guarda al movimento di Grillo da Roma o da Napoli magari non se ne rende conto ma guardandolo da Genova, da Parma e dal resto del Nord la situazione è ben diversa. Grillo non è la soluzione ma la vendetta che gli elettori stanno perpetuando verso chi li ha traditi.