luigi crespi amministrative 2016Hanno perso tutti!
Difficile pensare che potesse accadere di vedere una partita senza alcun vincitore.
Ha perso Salvini perché pensava di fare fuori Berlusconi e Meloni in un solo colpo, invece anche se Forza Italia viene spazzata via quasi ovunque e rimedia figuracce in quasi tutto lo stivale, risorge proprio a Milano dove il partito di Berlusconi doppia la Lega e dove, addirittura, Maria Stella Gelmini capolista di Forza Italia ottiene una valanga di preferenze in più di Salvini che non si capisce come possa alimentare ambizioni nazionali se nella sua città viene messo sotto, anche in malo modo.

Sconfitta la Meloni che ha ottenuto un successo personale a Roma ma il suo partito è praticante sparito nel del Paese e la forte caratterizzazione romana le ha fatto buttare via il lavoro di anni.

Ha perso Matteo Renzi che frantuma il suo 40% e prende contatto con la realtà che ha confuso con quella sognante rappresentata dai gigli sfioriti del suo entourage.

Ha perso Beppe Grillo che è competitivo solo dove gli errori o gli orrori degli altri sono macroscopici e per il resto viene ridotto a comprimario praticante ovunque.
Hanno messo in scena una delle peggiori campagne elettorali, sotto tono e condotta da candidati quasi sempre noiosi, poco dotati.
Poi è successo che il sindaco di Salerno ha vinto al primo turno e pure quello di Cagliari, ma paiono dei casi difficili da capire se visti da lontano e non necessariamente rappresentano una buona notizia.

Poi hanno vinto Raggi, Appendino e Parisi ma solo fra 15 giorni sapremo se sono vittorie vere.

Hanno perso tutti e mi pare che pochi abbiano capito cosa stia accadendo, come il Paese stia scivolando verso una deriva sconosciuta, senza ancoraggi e senza costanti che possano aiutare a capire il senso delle cose.

È l’effetto dell’arroganza renziana che confonde la narrazione personale con la realtà e che impone gerarchie distanti dai problema della gente che pare lontana da tutto senza mai capire in quale direzione si dirige, dispersa in mille rivoli, in particolarità e particolarismi.

Poca qualità, nessuna professionalità, tutto è approssimativo e tutti sono governati da un volontariato dilettantesco che restituisce il caos arrogante di un’epoca che ci consegna all’irrilevanza della politica e delle istituzioni.

È la coda di un passato che non cede il passo al futuro. Bloccati, divisi da steccati ideologici, brutali come bande di nomadi senza una casa a cui tornare. Ma non è una cattiva notizia, i mali di questa nostra epoca e la loro cura che pare peggio del male stesso, sembrano esaurire la propria forza narrativa.

Nessuna passione, nessun rimpianto, sono convinto che tutto sta cambiando, è solo una questione di tempo la primavera tarda solo ad arrivare.