Quasi 500 messaggi al mio blog hanno rappresentato un vero e proprio sfogo alla rabbia che si è soprattutto focalizzata sui piloti, considerati una casta di privilegiati.
Il sondaggio fatto a caldo dal mio istituto ha rivelato un 40% di intervistati che chiedeva il fallimento come punizione per tanta arroganza e se rifacessimo oggi il sondaggio probabilmente questo dato sarebbe addirittura più alto, ma proviamo a fare un po’ di ordine:
1) non vi è dubbio che l’offerta di Air France era migliore di quella di CAI anche se oggi non possiamo anteporle perché la compagnia francese si è ritirata, in primis per la posizione dei sindacati che ha trovato un trasversale alleato proprio in Berlusconi e il PDL.
2) L’offerta CAI è di sistema nel senso che, mette a posto i forti interessi soprattutto di banca Intesa, regista di questa operazione e al contempo principale creditore sia di Air One che di Alitalia. Solo rispetto a questo interesse si spiega la fusione tra le due compagnie, anche se i soldi che mettono gli imprenditori non sono finti e non ritenere Alitalia strategica per il nostro Paese che ha nel turismo una delle voci economiche più importanti sarebbe una follia.
3) Poche centinaia di lavoratori nel tentativo di preservare i propri privilegi non si sono resi conto che in questo momento la questione non è il processo delle responsabilità che hanno portato la compagnia aerea nelle attuali condizioni, ma la prospettiva futura e la speranza di salvare il posto di lavoro di migliaia di persone di Alitalia e dell’indotto e questo particolare passaggio va affrontato guardando in avanti ed a come stanno oggi le cose, perché un approccio differente porterebbe al disastro per tutti. Va detto anche che CAI ha utilizzato una modalità di trattativa estremamente violenta essendo consapevole del fatto che alla sua offerta non c’erano alternative schiacciando il piede sull’acceleratore forse esagerando, per questo Epifani evoca compratori stranieri e Berlusconi risponde o CAI o fallimento.
4) La CGIL, il principale sindacato italiano legato al PD, nella stragrande maggioranza delle vertenze ha sempre preservato l’unità del sindacato, ma oggi la domanda che si fa l’opinione pubblica è perché ciò che UIL, CISL e UGL reputano accettabile è ritenuto non perseguibile da CGIL dopo che era stato sottoscritto il piano industriale alla base del salvataggio della compagnia aerea? Una questione di metodo? Dettagli che non si sono incastrati? Si sappia che l’idea che è stata consegnata all’opinione pubblica è qualcosa che va oltre il dilettantesco, è come se la CGIL strumento dell’opposizione avesse cercato di minare la chiusura dell’operazione al fine di mettere in difficltà il governo e Berlusconi. Vi piaccia o no, questo è quello che la stragrande maggioranza della gente ha percepito e ritiene sia la verità e non è colpa della pressione mediatica, semmai è responsabilità di una miopia e di un nanismo politico che sembra condannare la sinistra del nostro Paese, ed in questa operazione geniale il più grande sindacato democratico del nostro Paese a cui vanno intestate conquiste storiche dei lavoratori si è trovato a prestare il fianco come i sindacati gialli alleandosi con un grupo di ricchi, opulenti, arroganti e ricattatori lavoratori privilegiati: i piloti.

LE RISPOSTE CHE DEVO

Bruno scrive al mio blog: “COME MAI SU UN SONDAGGIO DELLA REPUBBLICA DA’ UN RISULTATO DIVERSO? Alitalia, di chi è la colpa? La vicenda Alitalia è arrivata a un punto di gravissima crisi, quasi irreversibile. In queste ore, mentre i margini di soluzione positiva appaiono molto ridotti, è legittimo chiedersi di chi sono le maggiori responsabilità di quanto è accaduto. Secondo voi, di chi è la colpa?

Del governo in carica (142284 voti) 53% Del governo precedente (5798 voti) 2% Dei sindacati (48763 voti) 18% Dei lavoratori (piloti, personale di volo, personale di terra) (13391 voti) 5% Dei precedenti amministratori della compagnia (51570 voti) 19% Della cordata di imprenditori privati (3566 voti) 1% Non so (2289 voti) 1%
MA QUANDO LA FINITE DI DIRCI CAZZATE”

Risposta: Caro Burno in questo caso la “cazzata” l’hai detta tu perchè quello di Repubblica non è un sondaggio ma un webvoto, cioè non si tratta di un indagine campionaria, bensì dell’opinione dei lettori di Repubblica i quali non sono rappresentativo do tutti gli italiani, QUINDI DIRE CHE IL SONDAGGIO DI REPPUBBLICA (COME TUTTI QUELLI DI QUESTO GENERE) RAPPRESENTINO L’UNIVERSO DEL PAESE E’ UNA COSA CHE NEANCHE REPUBBLICA SOSTIENE. infatti nelle note dello stesso giornale si legge ” sondaggio non rappresentativo”. discussione chiusa.

GRAZIE PER AVERE PARTECIPATO IN COSI’ TANTI E IN MODO CIVILE