Per cinque anni abbiamo avuto un sindaco, Gianni Alemanno, iperattivo: decine di comunicati al giorno e miriadi di conferenze stampa. Un allagamento? Arriva lui con le idrovore. Si blocca la metropolitana? È lui a comunicarlo ai cittadini. Un modello che incarnava più la sua personalità che una strategia di comunicazione. Come amava dire lui, Alemanno ci metteva la faccia.

Ma Roma ha tanti problemi. E alla fine questo metodo è diventato un boomerang. Non passa l’autobus? Colpa del sindaco, non dell’Atac. Cadi in una buca? Non è responsabilità del municipio, ma sempre del sindaco.

Oggi abbiamo Ignazio Marino, che fa dell’assenza la cifra di questo suo inizio mandato. Niente interviste, pochi comunicati stampa, pochissimi temi d’intervento (i Fori, la Notte bianca dei pedoni e dei pedali, naturalmente il bilancio). Come potete vedere dalle tavole del sondaggio Datamedia, tutto questo è arrivato poco ai cittadini, perché improvvisamente i media non hanno più un bersaglio, ma neppure un interlocutore. E soprattutto non hanno più le notizie. E le poche (negative) che ci sono è difficile collegarle al sindaco.

È presto per dare un giudizio, ma Marino è partito volutamente lento, usando il passo del fondista e non del centometrista. Un approccio che ha funzionato in campagna elettorale, vedremo se funzionerà anche per amministrare Roma.

Analisi pubblicato oggi su Il Tempo, in merito al sondaggio Datamedia Ricerche